Ma quella del ministro Bussetti è stata solo una “fesseria”, come la definisce Luigi Di Maio, buttata lì senza pensarci, oppure è stato un preciso messaggio lanciato ai suoi amici della Lega, per rassicurarli?
Al di là del coro di accuse, che è stato scagliato contro il ministro dell’istruzione, a seguito di quella uscita contro i prof meridionali accusati di essere poco fattivi e di pensare ad altro fuorché alla scuola, e dunque al lavoro, da alcune parte si sussurra che in effetti la battutaccia se l’era preparata ed è stata buttata con precisa volontà e determinazione.
In altre parole: un politico, seppure non di lungo corso, ma in ogni caso assai legato alla Lega, da cui avrebbe ottenuto tanto e che dallo stesso partito è stato designato al dicastero dell’Istruzione, non si lascia sfuggire fesserie, e di tale natura, senza meditarle e soppesarle.
Per molti osservatori, dicevamo, quelle parole costituirebbero un messaggio preciso per i simpatizzanti della Lega, per rassicurali, dunque, che l’abbraccio con i 5Stelle non ha sfibrato di un solo filo i loro principi base, e che l’obiettivo “anti terroni- fannuloni” rimane, comunque la pensiate, immutato.
La controprova? Di queste ore i risultati delle regionali dell’Abruzzo dove la Lega, la più votata, traina con sé tutta la coalizione di Centro destra. Matteo Salvini, viceministro del Governo, vince insomma su tutto il fronte e continua a mietere successi. Crolla invece il Movimento 5 Stelle.
D’altra parte, se si osservano i commenti, le accuse più pesanti non vengono al partito e alle idee, per antica scelta, antimeridionali della Lega, ma agli esponenti dei 5Stelle, alleati di Salvini. E sarebbero loro, secondo alcuni, i più colpevoli, proprio perché, per consacrare l’alleanza, hanno buttato a mare tutte le promesse e le parole d’ordine diffuse nel corso della campagna elettorale, a cominciare dalla buona scuola e finire agli stipendi adeguati alla media europea.
Della Lega di Salvini si sapeva benissimo come la pensasse: devoluzione, blocco dei trasferimenti dei prof, mentre dai 5 Stelle il mondo della scuola si aspettava molto altro, forse troppo e in ogni caso un cambiamento di rotta, deciso e consistente.
Con le affermazioni del ministro, si staglierebbe dunque all’orizzonte della politica un messaggio preciso: la Lega è sempre la Lega e se non vi date da fare, voi meridionali, non ci esce nulla. E i leghisti, e non solo, hanno ben capito. E hanno votato il partito di Salvini, sia in Abruzzo e sia come si scopre dai sondaggi.
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