Il record di cattedre scoperte che sta caratterizzando questa prima parte dell’anno scolastico, è diventato anche un’occasione di lavoro per molti laureati, laureandi o lavoratori rimasti senza lavoro. Le scuole stanno ricevendo in questi giorni un flusso continuo di domande di ‘messa disposizione’: a presentarle sono quasi sempre giovani, studenti universitari e disoccupati spesso senza alcuna esperienza nella scuola. E per gli istituti scolastici sta diventando un vero problema gestire questa situazione, che, quando gli Uffici scolastici territoriali, restituiranno cattedre e ‘spezzoni’ non assegnati, dovranno gestire in autonomia.
Dopo avere intervistato un dirigente scolastico, La Tecnica della Scuola ha cercato di capire anche da un Dsga come si sta affrontando tecnicamente il problema: abbiamo intervistato Diego Milan, da diversi anni Direttore dei servizi generali e amministrativi, come facente funzione, dell’Istituto comprensivo Teodoro Mommsen di Roma.
In questi giorni di assegnazioni delle supplenze, la complicata gestione delle Mad riguarda anche il vostro istituto?
Sì. Il fenomeno incontrollabile della ‘messa a disposizione’ per coprire i posti liberi è presente anche nel nostro istituto scolastico, credo come in tutte le scuole d’Italia.
Quante domande ricevete ogni giorno e quante ne avete acquisite finora quest’anno?
Riceviamo in media tra le 100 e le 150 Mad al giorno, considerando sia l’e-mail istituzionale sia la Pec della nostra scuola: ad oggi abbiamo circa 11.000 candidature di messa a disposizione.
È vero che molte candidature finiscono nello spam della posta elettronica?
Questo a noi non succede ma potrebbe dipendere dalle impostazioni del provider di posta o dalla casella stessa di posta elettronica. È anche vero che però può accadere, perché la casella di posta elettronica del Miur, istruzioni.it, ha una capienza inadeguata alle esigenze della dematerializzazione.
Ci può fare un esempio pratico di quello che può accadere?
Se, ad esempio, in una scuola come la nostra, con 1.350 alunni, ogni genitore mandasse una sola e-mail nello stesso giorno, dopo circa 400 invii la casella di posta elettronica sarebbe piena e tutte le altre verrebbero rifiutate.
Come vi siete organizzati per evitare che le domande via e-mail possano andare perse?
Abbiamo provveduto a normare la ricezione delle Mad attraverso un decreto del nostro dirigente scolastico. Saranno prese in considerazione solamente le candidature presentate attraverso il format posto sulla home del sito istituzionale della scuola, rimane però il problema dell’intasamento della casella di posta elettronica. Per prima cosa abbiamo quindi creato una e-mail MAD@….edu.it della scuola con capienza illimitata.
Quindi le richieste di ‘messa a disposizione’ vanno tutte a confluire nella casella di posta creata ad hoc?
Proprio così: nel provider abbiamo creato una cartella dedicata chiamata Mad, poi abbiamo configurato dei filtri e delle regole attraverso le quali automaticamente tutte le messe a disposizione vengono raccolte in questa cartella ed inoltrate all’indirizzo dedicato. Come ultima cosa, abbiamo stabilito che tutte le messe a disposizione presenti nell’omonima cartella, si eliminassero dopo un giorno: nel caso si volessero controllare le e-mail ricevute, queste comunque si rintraccerebbero nel Cestino.
Una volta raccolte le Mad e divise per classe di concorso, l’istituto come attua la comparazione indicata dal Miur per affidare la cattedra all’aspirante più meritevole?
Queste indicazioni le dovrebbe fornire l’amministrazione pubblica in modo chiaro e definiti. Noi utilizziamo come riferimento la normativa che regola le graduatorie d’istituto.
Come fate a stabilire se l’invio della Mad è stata fatta per una sola provincia?
È un primo problema di controllo di non facile soluzione. Una percorribile potrebbe essere quella di utilizzare l’applicativo di istanze on line, creare una sezione Mad dove il candidato compila il format, con il vincolo di un’unica provincia e possibilmente con un numero limitato di scuole, quindi le scuole potrebbero accedervi come per le graduatorie d’istituto.
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