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Madame e l’educazione affettiva a scuola: “Vivere insegna, ma solo se tra i banchi si impara ad osservare ciò che si vive”

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La famosa cantante Madame ha rilasciato una lunga intervista pubblicata sul canale YouTube di Esse Magazine ieri, 19 giugno. Tra le varie tematiche che sono emerse c’è anche qualcosa che riguarda la scuola. Madame, al secolo Francesca Calearo, crede che tra i banchi si dovrebbero impartire alcune conoscenze specifiche.

La cantante, il cui ultimo album si intitola proprio “L’amore”, sostiene che a scuola si dovrebbe fare molto a livello di educazione ai sentimenti e all’affettività. “L’amore va insegnato”? Ecco la sua risposta.

“Sì, sicuramente. Andrebbe fatto un bel percorso di formazione, sia nella sessualità che nell’amore. Se le persone fossero consapevoli di determinate regole base della psicologia inizierebbero a capire alcuni propri atteggiamenti. Questo tipo di consapevolezza cresce i bambini e i ragazzi in modo diverso”, ha esordito.

“Se leggi in un libro o un professore ti spiega i sintomi di un determinato disturbo, carenza, nevrosi, psicosi, ti puoi iniziare a inquadrare un attimo. Vivere ti insegna molto, ma solo nel caso in cui sei capace di osservare quello che vivi. Questo andrebbe insegnato: imparare a osservare con un occhio educato all’osservazione quello che succede attorno, soprattutto a te. Io sono molto fissata con la cosa della formazione nelle scuole. Per me è molto importante formare i ragazzi su queste cose, che sono quelle che poi consentono un pensiero libero, evitano non dico le guerre ma magari anzichè dare uno schiaffo a qualcuno ci si pensa un attimo. Si tratta di un’utopia ma già è diverso”, ha concluso la cantante.

Una ricetta utile per evitare casi di bullismo?

Insomma, secondo la 21enne fare un percorso di riflessione sulla propria persona potrebbe evitare i numerosi episodi di violenza di cui spesso sono autori proprio i giovanissimi, spesso a scuola e contro le figure autoritarie che incontrano nella propria vita come i docenti.

Si è parlato molto di educazione all’affettività nei giorni successivi al femminicidio di Senago, in cui è stata uccisa dal proprio fidanzato la giovane Giulia Tramontano, incinta di 9 mesi. In molti hanno fatto riferimento alle scuole come luoghi in cui sia le giovani donne che i giovani uomini dovrebbero imparare a relazionarsi con gli altri in modo sano.

Troppi tabù a scuola

La giornalista Annalisa Cuzzocrea, ha affermato che, a suo avviso, il tasso di femminicidi in Italia non accenna ad abbassarsi in quanto manca un’azione concreta da parte delle scuole.

“Il dato sui femminicidi non cala da anni nonostante a livello legislativo tanto si sia provato a realizzare. Tanto, ma non abbastanza. Non cala perché non si è fatto – di pari passo col lavoro in Parlamento – un’opera di educazione profonda nel Paese, a partire dalle scuole. Non si parla di sentimenti e di come gestirli nelle nostre classi, è un tabù, sia mai arrivi il “gender”. Non si parla di sesso, meno che mai, anzi ci sono presidi che invocano l’epurazione dei baci gay dalle mostre fotografiche. Non si insegna alle ragazze quel che devono sapere fin dal primo giorno: al primo segno di violenza, prendi tutto e vai via”, queste le sue parole.

“Si tratta però oggi, adesso, purtroppo, per le ragazze di questo Paese, di capire come salvarsi finché quel lavoro profondo affinché un uomo impari che non può avere tutto non sia completato. E invece, purtroppo, quel che ci troviamo ancora ad insegnare è ad avere paura. Perché quel lavoro profondo sugli uomini, che elimini il desiderio di possesso e non di amore, di sopraffazione e non di cura, di assenza del limite, di riconoscimento di una violenza interiore che va curata, non lo abbiamo ancora nemmeno cominciato”, ha concluso la giornalista.