Massima severità con chi sbaglia e massimo riconoscimento per chi lavora bene. Lo ha detto la ministra della Pa Marianna Madia, scrive Il Sole 24 Ore, aprendo l’incontro con i sindacati sul decreto «anti-furbetti».
La ministra Madia introducendo la discussione, la prima sulla riforma delle regole del pubblico impiego, ha spiegato come il governo abbia voluto mettere a tacere la retorica strumentale sui fannulloni basata anche su situazioni incresciose. Quindi l’esecutivo ha voluto provvedere subito a riscrivere delle regole per motivi, avrebbe sottolineato Madia, etici, ribadendo però la distanza dalla retorica sui fannulloni a cui, ha continuato la ministra, il governo non ha mai creduto.
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In base alle norme contenute nel decreto attuativo della delega Pa approvato lo scorso 20 gennaio dal Cdm, il dipendente pubblico che viene colto in flagranza a falsificare la sua presenza in servizio, come chi striscia il badge e poi esce, verrà punito entro 48 ore con la sospensione dall’incarico e dalla retribuzione. Se l’illecito non verrà denunciato il dirigente rischia pesanti sanzioni, fino al licenziamento (oggi al massimo c’è la sospensione). Per i “furbetti del cartellino” il decreto prevede un’iter accelerato per il procedimento di licenziamento, che dovrà chiudersi entro un mese (ora può durare anche 120 giorni).
Madia ha poi assicurato, scrive sempre Il Sole, la massima apertura a un confronto approfondito, tecnico e sul merito del Testo unico sul pubblico impiego previsto dalla riforma della Pa. Nell’incontro con i sindacati, oltre al decreto anti-furbetti si è parlato anche di rinnovo contrattuale. A riguardo però la ministra Madia avrebbe chiesto ai sindacati di non legare il rinnovo al percorso che porterà alla definizione di nuove regole per i dipendenti pubblici.
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