Ancora un caso di bocciatura contestata da un genitore. Stavolta, come riporta Il Messaggero, i fatti risalgono al 2018 e hanno avuto luogo in Abruzzo. Qui, in un liceo di Pescara, un ragazzo è stato bocciato dopo non essere riuscito a superare gli esami di recupero di matematica e fisica. Sua madre ha così denunciato l’istituto per danni.
Lo studente, dopo la bocciatura, ha deciso di cambiare scuola. Per questa ragione la donna ha citato per danni il liceo e il Ministero dell’Istruzione, sostenendo che la scuola fosse venuta meno ai suoi obblighi formativi e pedagogici. La madre però, non ha impugnato la bocciatura, ma ha solo chiesto un risarcimento monetario, senza indicare la somma, demandando ai giudici l’onere di quantificarla.
La situazione dello studente, a quanto pare, era alquanto particolare. L’allora minorenne era arrivato a Pescara a seguito di un’adozione internazionale. Secondo la madre la scuola non avrebbe applicato la normativa di settore prevista per i minori adottati, e quindi l’alunno non sarebbe stato posto nella condizione di poter colmare i propri debiti formativi.
In più, a quanto pare, il ragazzo avrebbe avuto bisogno di percorsi didattici personalizzati e calibrati sulle esigenze di apprendimento degli alunni con bisogni educativi speciali (Bes), che però non gli sono stati garantiti.
La sezione di Pescara del Tribunale amministrativo regionale ha respinto il ricorso, dichiarandolo infondato e comunque inammissibile. La sentenza è dello scorso 9 dicembre. Il ricorso è stato esaminato durante l’udienza straordinaria dello scorso 21 ottobre.
Innanzitutto secondo il Tar il fatto che la donna non abbia impugnato la bocciatura le avrebbe precluso la possibilità di far valere tempestivamente le proprie ragioni. Il ricorso è stato considerato comunque inammissibile, attesa la genericità della domanda risarcitoria.
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