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Madri teenager? I pericoli aumentano

Fare un figlio in tenera età è molto più rischioso che in passato: in base al rapporto annuale sull’infanzia dell’Unicef, le donne che danno alla luce un bambino prima dei 15 anni sono cinque volte più a rischio di morire di parto delle donne con 20 anni. Certo, i pericoli aumentano soprattutto nei paesi sottosviluppati, a partire dall’Africa.
Dal rapporto, pubblicato il 15 gennaio, risulta che nel mondo ogni anno 70.000 giovanissime fra i 15 e i 19 anni muoiono di parto o a seguito di complicazioni legate alla gravidanza. Più sono giovani e più aumentano i rischi per la loro salute e per quella del bambino. Più di 60 milioni di donne fra i 20 e i 24 anni si sono sposate prima di compiere i 18 anni, la maggior parte in Africa e nel sud dell’Asia.
Un bambino la cui madre ha meno di 18 anni ha il 60% di rischi in più di morire nel primo anno di vita rispetto a un bambino la cui madre ha più di 19 anni.
Il rapporto sottolinea anche che le giovanissime spose rischiano situazioni di violenza, di abusi e di sfruttamento. Costrette spesso a lasciare la scuola hanno poche possibilità di trovare un lavoro e di rendersi autonome.
“Per quanto il matrimonio in età minorile sia in media meno comune, il cambiamento è lento”, sostiene l’Unicef.
Secondo le statistiche più recenti, nel 2007 9,2 milioni di bambini sono morti prima dei 5 anni, contro i 9,7 milioni del 2006. La metà di questi decessi sono avvenuti in Africa, che resta il continente dove la sopravvivenza dei bambini è più difficile. Per una donna africana, il rischio di morire durante la gravidanza o il parto è di 1 su 26. Ovvero quattro volte più dell’Asia, e più di 300 volte dei Paesi industrializzati.
L’Africa e l’Asia “rappresentano la più grande sfida per la salute delle donne e dei neonati”, sottolinea nel rapporto Ann Veneman, direttrice dell’Unicef, aggiungendo che l’80% dei decessi legati alla maternità sono evitabili se le donne hanno accesso alle cure di base durante la gravidanza.
Il rapporto nota anche i progressi nel calo della mortalità dei neonati durante il loro primo mese di vita. E grandi progressi sono stati anche effettuati nella lotta contro il virus dell’Aids nelle donne e nei bambini. Secondo lo studio, le statistiche del 2007 mostrano che su 1,5 milioni di donne incinta sieropositive, il 33% ha ricevuto un trattamento per evitare la trasmissione del virus al bambino. Cifra che era del 10% nel 2005. Il numero di bambini che beneficiano di un trattamento anti-retrovirale è quasi triplicato, passando da 75.000 nel 2005 a 200.000 nel 2007.
Alessandro Giuliani

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