Maestra 62enne sospesa per due mesi: insultava e malmenava gli alunni di sei anni
Una docente elementare 62enne, in servizio in una scuola primaria di Potenza, è stata prima allontanata cautelativamente dal proprio Usr ed in corrispondenza dell’inizio del nuovo anno scolastico sospesa dal servizio dal Tribunale, sempre di Potenza, dopo che questo ha verificato nella maestra dei comportamenti ripetutamente violenti nei confronti dei suoi alunni: a far propendere il gip lucano per questa interpretazione dei fatti, sarebbero stati proprio i disegni attraverso cui gli alunni, di sei e sette anni, raccontavano le violenze che erano costretti a subire. È stato anche grazie agli elaborati grafici di alcuni bambini, che gli investigatori sono riusciti a risalire ai comportamenti aggressivi che sarebbero stati adottati dalla maestra. Il gip del Tribunale di Potenza ha firmato un’ordinanza di sospensione di sessanta giorni per l’insegnante, che fa seguito ad un primo provvedimento cautelare di allontanamento da parte dell’Ufficio scolastico regionale del 29 marzo scorso. In base alle indagini condotte dalla squadra mobile del capoluogo risulterebbe che la maestra avrebbe insultato pesantemente e schiaffeggiato in più occasioni i suoi alunni, arrivando a colpirli anche con i libri, almeno per un anno consecutivo. I primi ad accorgersi dei “turbamenti” di alcuni bambini al rientro dalla scuola, erano stati i genitori che, preoccupati, si sono rivolti ad uno psicologo. Il medico avrebbe riscontrato le violenze subite che pur non essendo “estremamente gravi”, descrivevano comunque un quadro “allarmante”. Il dirigente dell’istituto potentino, informato della situazione, si è subito rivolto alla Polizia e all’Ufficio scolastico regionale.
Senza entrare nel merito della vicenda, quello che si può dire è che quando la macchina organizzativa scolastica funziona in tutte le sue componenti, lavorative e familiari, si può almeno sperare di affrontare determinate situazioni: in molte occasioni, invece, l’indifferenza ed il silenzio, di dirigenti ma anche spesso di tutto il personale scolastico, prevalgono sulla razionalità ed il desiderio di giustizia. In questi casi il commento più usuale è quello che giustifica l’incapacità di andare sino in fondo con l’eccessivo peso della burocrazia. Non per tutti, però, vale questa sterile giustificazione. Che sa tanto di un inno alla passività.