Il tribunale di Biella ha condannato la maestra che usava come mezzi educativi urla, grida e pizzicotti tanto violenti da lasciare segni sul corpo a un bambino con problemi di dislessia
Il reato per cui la donna, 49 anni, è stata condannata a 4 mesi di reclusione ed al risarcimento dei danni materiali e non alla parte civile, calcolato in 8 mila euro, è «abuso dei mezzi di correzione». I fatti risalgono al periodo compreso tra settembre e dicembre 2012 quando la madre del piccolo, accortasi di rossori sotto le ascelle, sul mento e sul fianco, e notato lo stato di disagio e di ansia del figlio, si rivolse alle autorità.
Un’altra famiglia preferì ritirare la figlia dal corso di inglese facendole fare lingue in una scuola privata. Secondo l’accusa la maestra venne più volte invitata dai colleghi e dalla psicologa che seguiva gli allievi a cambiare approccio con i minori non ottenendo però alcun cambiamento.
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Durante il dibattimento sono stati ascoltati come testimoni anche la logopedista e la psicologa che seguivano il minore. Decisiva anche una perizia che ha indicato, tra le cause del disagio, anche il comportamento dell’insegnante. Molto probabilmente la difesa farà ricorso contro la sentenza.
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