Attualità

Maestra di Oristano sospesa per aver fatto recitare le preghiere, c’è chi vorrebbe premiarla, qualcuno ne auspica il licenziamento

Il “caso” della maestra di Oristano sanzionata per aver fatto pregare i bambini (questa la sua versione della vicenda) ha assunto ormai una dimensione nazionale.
Sono intervenuti un po’ tutti, persino Matteo Salvini e Vittorio Sgarbi. Un assessore regionale ha già fatto sapere che vorrebbe averla come consulente per non si sa bene quali progetti.
Il noto critico d’arte ha annunciato che la inviterà quanto prima al Ministero della Cultura come segno di riconoscimento per la sua indiscussa opera di difesa dei valori cristiani.

Nei social il commento più diffuso è quello di coloro che parlano di una sanzione comunque sproporzionata rispetto alla mancanza.
Ma non tutti però sono di questo avviso.

In netta controtendenza si è espresso Alex Corlazzoli, maestro e giornalista, che nel sul blog sul Fatto Quotidiano non usa mezzi termini e arriva a dire che “quell’insegnante andava licenziata perché ha manipolato le menti di innocenti bambini, li ha obbligati a fare un atto contro la loro volontà (a quell’età nessun bambino si oppone alla maestra); ha abusato della sua libertà d’insegnamento per imporre la propria ideologia cristiana cattolica”.

Prosegue Corlazzoli: “Chi si azzarda a dire che quelle preghiere non hanno fatto male a nessuno è ignorante, cioè ignora, non conosce la sfera spirituale dell’infanzia. I bambini a partire dalla più tenera età hanno le loro domande che nascono dall’incontro con la morte di un nonno, di un animale, talvolta di un genitore. Hanno una loro coscienza che si forma nell’esperienza con l’affetto, con il tradimento di un amico/a; con il dolore per un rimprovero, con la rabbia repressa per uno sguardo acido dell’insegnante”.
“Vi immaginate – conclude provocatoriamente il maestro-giornalista – se la maestra fosse stata musulmana e avesse fatto recitare qualche sura del Corano? Apriti cielo: sarebbe stata licenziata davvero e avrebbero indagato sul suo conto. È come se io ateo entrassi in classe a leggere testi a favore dell’ateismo o mi mettessi a fare proselitismo per convincere i bambini a non credere in nessun Dio”.

Reginaldo Palermo

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