Ancora un’altra docente che non riceve lo stipendio da due mesi: si tratta, stavolta, di una maestra di sostegno di una scuola primaria di un paese veneto. Quest’ultima si è sfogata, come riporta Il Corriere Adriatico, per cercare di smuovere le acque e risolvere una grave questione.
“Sono due mesi che non mi arriva lo stipendio. Se continua così me ne torno giù al mio paese. Non ci sto più dentro con l’affitto. E non parliamo delle bollette, dell’auto e di tutte le altre spese. Come faccio a vivere con duecento euro nel conto in banca?”, queste le sue parole amare.
La docente è passata quest’anno da un contratto a tempo determinato al ruolo. Purtroppo i soldi non bastano, e la donna pensa addirittura di tornare a casa, al Sud. “Dalla segreteria mi hanno risposto che è perché è stata data la precedenza agli interpelli rispetto alle registrazioni dei passaggi da tempo determinato a indeterminato. E quindi ora mi ritrovo in una situazione insostenibile: qui sono da sola, mio marito è giù, in Meridione, e paga già un affitto. Io ne devo pagare un altro qui a Treviso, più l’auto e le bollette. Chiederò al preside un anticipo. Altrimenti chiederò di tornare giù. Sono messa nella condizione di dover andarmene. Amici e parenti mi stanno dando una mano un minimo ma qui ne va della mia dignità”.
La Cisl Scuola Treviso Belluno ha ricevuto oltre una trentina di chiamate in questi giorni. “Il problema sono le tempistiche delle operazioni di nomina – incalza la sindacalista Anna Lucia Tamborrini – Vanno ultimate entro luglio, non a ridosso di settembre, altrimenti le segreterie non hanno il tempo necessario per inserire i contratti dei neoassunti. E poi c’è la carenza di organico amministrativo”.
“Mi ha chiamato una docente a cui la segreteria ha detto che non le era ancora stato liquidato lo stipendio perché il dirigente non aveva ancora vistato il suo contratto. Di questo passo non riceverà lo stipendio nemmeno ad ottobre, perché il contratto doveva essere mandato alle ragionerie entro inizio mese, e si ritroverà a dover aspettare novembre, con tre mesi scoperti. Ormai siamo stanchi di ripeterlo – continua – le operazioni propedeutiche all’inizio dell’anno scolastico hanno dei tempi che vanno rispettati. I docenti non si possono trovare senza stipendio con l’affitto o il mutuo da pagare. Tutte le nomine, anche quelle del personale amministrativo, vanno fatte entro luglio”.
Abbiamo parlato di questo problema qualche giorno fa. A farsi portavoce di 1700 insegnanti senza stipendio, come abbiamo scritto, è una docente, che ha lanciato una petizione su Change.org.
“Il Ministero dell’Istruzione non avrebbe fornito indicazioni chiare sulla stipula dei contratti – si legge nel testo dell’appello online – mentre alcune scuole avrebbero trasmesso la documentazione in ritardo. Le ragionerie territoriali, sovraccariche di lavoro, non sarebbero in grado di evadere le pratiche in tempi rapide”.
In una nota la Gilda degli Insegnanti ha espresso preoccupazione per i gravi ritardi riscontrati nel pagamento degli stipendi: “Nonostante gli adempimenti burocratici siano stati regolarmente svolti, numerosi insegnanti ci segnalano che, a distanza di quasi due mesi dall’assunzione, non hanno ancora ricevuto il loro primo stipendio e, a quanto pare ad oggi non risulta in pagamento nemmeno quello di ottobre. Oltre a quei docenti che attendono ancora gli arretrati di maggio e giugno.
Questi ritardi stanno creando serie difficoltà economiche per molti docenti, compromettendo la serenità necessaria per svolgere al meglio il loro compito educativo.
Chiediamo dunque al Ministero di intervenire tempestivamente per sbloccare i pagamenti arretrati e garantire il rispetto dei tempi di accredito, affinché tali situazioni non si ripetano in futuro. Confidiamo in una rapida risoluzione della problematica”.
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