Chiude per sempre, dopo cinquant’anni, “Il club dei ragazzi”, lo storico asilo di Roma guidato da una maestra che ha appena compiuto 85 anni. La donna è conosciuta per avere adottato, negli anni, con generazioni di bambini, un metodo molto appassionato.
“Non ho mai voluto osservarli da un’altra prospettiva, il mio posto è stare insieme a loro”, queste le sue parole a Il Messaggero. Tra i suoi allievi anche lo scrittore Niccolò Ammaniti e il dirigente del Comune di Roma e già direttore generale Istat Tommaso Antonucci. Ma sono centinaia i volti passati per la scuola, come quello dell’attrice Emanuela Fanelli, che ci ha insegnato per dieci anni.
L’attrice, che abbiamo visto nel cast del film “C’è ancora domani“, di Paola Cortellesi, ha partecipato alla festa organizzata per salutare la donna e i suoi bambini di domenica scorsa, 23 giugno, giornata in cui centinaia di abitanti del quartiere ed ex studenti sono arrivati per riabbracciare la maestra.
Ma guai a parlarle di pensione: “Non so cosa sia, questa è la mia passione, e non smetterò di trasmettere ai più piccoli l’entusiasmo della crescita. Ci approcciamo ai bambini considerandoli per quello che sono: delle persone. Ci interroghiamo sulle loro emozioni. Il periodo della materna è il momento più importante perché è lì che scopri chi sei tu e chi è l’altro. Qui i bambini imparano a stare insieme, con le loro diversità. Gli insegniamo a relazionarsi tra di loro e alterniamo momenti di gioco libero a momenti di apprendimento”, questo il suo metodo.
Anche per molti degli ex allievi venuti a salutarla, quello che rimane è “un approccio umano che resta impresso dentro di te”, spiegano tre ragazzi. Hanno tutti e tre vent’anni, e sono stati allievi del “Club dei ragazzi”. “Ci siamo conosciuti qui quando avevamo due anni, e oggi siamo ancora amici – commentano – Trattava noi bambini come dei piccoli adulti. Cercava di capire le nostre emozioni dando valore ai nostri sentimenti. Così si sono creati dei legami che vanno ancora avanti, nonostante gli anni”.
Ora la scuola chiude, ma non c’è spazio per la malinconia: “C’è solo emozione – spiega la maestra – non c’è niente di più bello di poter salutare tutti per un lavoro durato 50 anni”.
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