La Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza porta a conoscenza di un caso di cui si sono occupati in prima persona.
Nel lontano 2015 una docente di una scuola primaria è stata accusata di aver maltrattato dei bambini e di averne discriminato uno per il colore della pelle. La maestra ha sempre dichiarato la sua estraneità ai fatti e proclamato la sua innocenza, tanto che il Tribunale del Riesame ha ridotto le accuse ipotizzando al massimo un “abuso di mezzi di correzione” affievolendo pesantemente le contestazioni a suo tempo formulate dalla Procura di Parma, tesi confermata anche dalla Cassazione. Sono state diverse le udienze in questi anni fino ad arrivare alla decisione finale del Tribunale di Parma che si è convinto che nessun bambino è stato leso assolvendo la maestra dal capo d’imputazione principale. Il pubblico ministero solo nell’ultima udienza ha ritirato le accuse di odio razziale. I video, gli audio e le intercettazioni in mano ai Carabinieri sono servirti per invocare l’assoluzione della docente.
L’Amministrazione scolastica in attesa della fine del processo aveva cautelativamente sospeso la maestra a causa del clamore mediatico, ma grazie all’impegno della Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza adesso l’insegnante è rientrata in classe a pieno titolo solo dopo 5 anni.
“Lascia sconvolti e indignati soprattutto l’enorme lasso di tempo, quasi dieci anni, che ha impiegato la giustizia per accertare l’innocenza della collega. A questo va aggiunto che, in queste circostanze, purtroppo nessuno paga mai e che i risarcimenti per l’ingiusta durata del processo, ammontano a somme irrisibili, neppure sufficienti a pagare le parcelle dell’avvocato”. Questo è il commento del Coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio.
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