Un altro insegnante che si siede dietro la cattedra senza avere i titoli richiesti dalla legge. Quello che è grave è che stavolta l’amministrazione se ne è accorta ad un passo dalla stabilizzazione dello stesso docente: il fatto – riportato dal Resto del Carlino di Modena – è accaduto in una scuola primaria di Finale Emilia, nella Bassa in provincia di Modena, dove la maestra, di 40 anni e impegnata nell’anno di prova, è stata licenziata dopo che a seguito della ricostruzione della sua carriera, chiesta dall’istituto comprensivo dove lavorava per aggiornare la graduatoria interna, è risultata non essere in possesso dei titoli per poter insegnare.
Avendo la donna 40 anni, considerando che quando probabilmente acquisì il diploma di maturità per insegnare nella scuola primaria non era necessario il diploma di laurea, non è detto che il titolo di studio mancante sia la laurea: probabilmente, ma è una ipotesi tutta da verificare, potrebbe non avere mai conseguito l’abilitazione all’insegnamento.
Oppure, se si dovesse trattare di una docente di sostegno, non essere in possesso della specializzazione per l’insegnamento agli alunni portatori di disabilità. Si tratta, comunque, di ipotesi tutte da verificare. Quello che è certo è che la maestra è stata messa alla porta.
Il sindaco di Finale Emilia Claudio Poletti ha commentato l’accaduto sostenendo che in questi casi “c’è in mezzo l’aspetto della deontologia professionale”.
Il primo cittadino ha detto alla stampa locale di non volere “entrare nel merito personale di questa maestra che ha attestato di avere requisiti che in realtà non aveva. Il sistema scolastico ha portato alla luce una anomalia, una incongruenza attraverso i sistemi interni nella propria autonomia di controllo”.
“Ognuno di noi – conclude il sindaco – è chiamato a essere coerente eticamente con quello che fa, è un invito che faccio sempre agli amministratori e alla giunta che mi accompagna, dobbiamo dare il buon esempio dai piccoli ai grandi casi, dobbiamo migliorare la società anche attraverso una fedeltà ai valori”.
Secondo quanto riporta l’Ansa, il caso accaduto nel Modenese potrebbe non essere chiuso qui: “non sono da escludere risvolti anche sul piano penale“.
“Se la diretta interessata – spiega l’agenzia di stampa – non dovesse riuscire a dimostrare la regolarità della sua posizione, rischierebbe una denuncia ed anche la possibile restituzione delle somme percepite per il lavoro svolto, somme che, qualora la vicenda fosse confermata, avrebbe ricevuto non avendone diritto”.
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