Tre gli attori principali: il fidanzato, la mamma e la direttrice dell’asilo. Protagonista-Vittima una donna che svolgeva il suo lavoro di maestra.
L’insegnante, in piena affettuosa complice fiducia verso il nuovo fidanzato, un calciatore dilettante, gli spedisce un suo video hard, casereccio. Lui da perfetto bullo marmelloso, botulista e farfallesco, invece di tenerselo per sé, condivide il video coi suoi amici fra cui uno, la cui compagna ha il figlio alunno proprio della fin troppo generosa donna.
Per un arcano motivo anche questa ne viene in possesso e da perfetta donna di cortile, invece di solidarizzare con la maestra, donna tra donne, e spaccare il muso al suo compagno, inoltra il video alle altre mamme per mettere ancora di più la donna sulla graticola della gogna.
Alle giuste minacce della maestra di denunciare tutti, la rediviva matrigna delle più efferate fiabe, contrattacca: se osa farlo, metterà la direttrice della scuola al corrente del tanto scandaloso video.
Ma la maestra, come racconta Il Corriere della Sera, non si lascia ricattare e racconta tutto ai carabinieri, facendo però scattare la ritorsione della “mala femmina” la quale, come minacciato, mostra alla direttrice la scandalosa maestra, dimenticando però che nel privato lo scandalo è una invenzione di chi si scandalizza dello scandalo.
E a questo punto accade ancora che la signora direttrice, un’altra donna, invece di solidarizzare con la vittima della leggerezza, cosa fa? Licenzia in tronco la ragazza e, non contenta e appagata, spiega al mondo intero il motivo del provvedimento e la sua colpa.
Ma non basta: non pienamente soddisfatta, spiega il Corriere, ai papà e alle mamme dice: “In questo modo avrà un marchio addosso”.
Non sappiamo se la dirigente abbia letto ”La lettera scarlatta”, sta di fatto che il suo intento e quella della sua informatrice era proprio quello di marchiare l’insegnante.
A quale fine non sappiamo, ma ha tutte le sembianze di quelle storie tardo medievali e controriformiste dell’incarognimento delle inquisizioni.
Sottolineato che nel frattempo la maestra ha vissuto tutta la faccenda come un mostruoso incubo, coi i tormenti e le angosce che ne seguono, questa storia si conclude con una denuncia fatta dalla maestra per diffamazione alle due donne e con la condanna a un anno di lavori socialmente utili per il pelandrone-bacchettone del dilettante calciatore ex fidanzato.
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