Non sono solo gli studenti effettuare strafalcioni ortografici clamorosi. Il caso, segnalato da La Nuova Venezia, vede come protagonista una maestra di Santa Maria di Sala, in provincia di Venezia. Tanti, troppi, gli errori: ‘doppie’ sbagliate, scuola scritto con la ‘q’, sciacquone senza C. Decisamente troppo per i genitori degli alunni, che sono arrivati a segnalare l’inadeguatezza della docente alla preside.
La docente, tra il 2015 e il 2016, insegnava a due classi prime per un totale di 39 alunni. La situazione era diventata così grave che non avevano mandato i figli a scuola per protesta per ben otto giorni.
“Rischiano di restare ignoranti, i nostri figli imparano male, copiano gli errori alla lavagna. Meglio tenerli a casa, tanto a scuola non imparano”, dicevano i genitori. Già la preside aveva rimosso la docente per “asserita incapacità didattica”, licenziata poi dal Miur.
La maestra ha fatto inutilmente ricorso al tribunale del lavoro sperando di poter essere integrata. Il tribunale ha confermato il licenziamento e respinto la domanda con cui l’insegnante chiedeva il trasferimento.
Il 12 gennaio scorso, il giornale La Nazione dava notizia di un’altra protesta nei confronti di una docente della scuola elementare a Casciana Terme Lari, in provincia di Pisa.
La docente è un’insegnante precaria, destinata come maestra prevalente a una classe terza. Durante i primi mesi di lezione, i genitori si sono accorti dell’inadeguatezza della docente. Invece di correggere gli errori dei piccoli alunni sui compiti, peggiorava la situazione inserendo suoi strafalcioni. Le famiglie si sono rivolte al dirigente scolastico, che, dopo aver constatato la gravità dei fatti, ha retrocesso la docente al ruolo di maestra d’appoggio con orario spalmato non più su una ma su quattro classi di diverse sezione.
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