
A commentare il caso della maestra di un asilo cattolico che lavora anche sulla piattaforma per adulti Onlyfans che sta facendo discutere è stato anche il giornalista e scrittore Massimo Gramellini, nella sua rubrica su Il Corriere della Sera.
Ecco la sua riflessione: “Abbiamo teorizzato per anni che ogni bisogno è un diritto, respingendo qualsiasi limitazione in nome dell’autenticità e costruendo un’etica e un’epica ‘me-stessista’ in cui tutto ruota intorno al libero dispiegarsi della personalità individuale. Abbiamo affermato in fior di convegni che concetti come decoro e prestigio sono ormai relativi, soggettivi, superati”.
Il problema è il tabù del sesso?
“Però questo impianto ‘illuminato’ è destinato improvvisamente a spegnersi davanti a un unico, gigantesco tabù: il sesso. La maestra sarebbe infatti autorizzata a chiederci: ‘Se tutti possono essere e fare quello che vogliono, perché solo a me vorreste impedire di arrotondare il magro stipendio con un’attività che svolgo al di fuori dell’orario di lavoro e che non dà fastidio né toglie o aggiunge niente a nessuno? Se mi facessi pagare per dei video in cui ballo o insegno pilates sui social, nessuno si sognerebbe di sanzionarmi, a condizione che non coinvolgessi gli alunni, giusto? Quindi è soltanto il fatto di guadagnare dei soldi col sesso che mi rende inadatta a insegnare? Non è che vi date tante arie da progressisti, ma nell’intimo siete rimasti dei bigotti?’.
“Sinceramente avrei qualche difficoltà a risponderle che ha del tutto torto. Ma si accettano suggerimenti”, ha concluso, facendo una domanda.
La docente è stata sospesa
La 29enne, dopo che è scoppiata la polemica in seguito alla scoperta dei genitori, è stata sospesa dall’incarico e dallo stipendio dalla scuola. Ecco cosa aveva detto la docente: “Non torno indietro di un passo. Sono adulta e consapevole di quello che sto facendo con il mio corpo. Al di là delle gare di body building, dico. Mettere in mostra il proprio corpo in Italia è ancora una cosa molto criticata, qui ci sono ancora tanti tabù. Io ho semplicemente pensato che il mio corpo sia un bel vedere visti i grandi sforzi che faccio ogni giorno dal punto di vista sportivo. E ho pure pensato, se dobbiamo dirlo, che vederlo non dovrebbe essere gratuito. Per questo un mese fa ho aperto OnlyFans”.
“So che è una scuola cattolica, quella è la fregatura. In questo senso sapevo che alla lunga questa mia scelta avrebbe potuto causarmi dei problemi. Io però non mi ricordo di aver firmato qualcosa nel contratto che riguardasse la necessità di non pubblicare contenuti social. Penso anche che questa sia l’occasione per esporre il mio punto di vista. Non mi sono vergognata e non mi vergogno di quello che ho fatto. Dal momento in cui la professione viene svolta bene e vengono trasmessi ai bambini i valori comuni, non vedo il problema. Penso innanzitutto che l’educazione principale che viene data ai figli sia appannaggio dei genitori. E ricordo che se hanno visto il mio profilo significa che sono iscritti ad OnlyFans quindi non si capisce dove stia il problema. Un’educatrice accudisce i bambini, nel resto della vita fa quello che vuole”.
Codice etico per docenti dopo i casi Raimo e della maestra su Onlyfans
Nel frattempo il Ministero dell’Istruzione e del Merito starebbe redigendo un codice etico con norme specifiche per docenti e personale scolastico anche sui comportamenti sui social.
Il Codice dovrebbe essere in linea con il già esistente Codice di comportamento nazionale per i dipendenti pubblici, modificato l’ultima volta nel giugno del 2023. Importante, come anticipato, il capitolo sull’uso dei mezzi di informazione e dei social network, dove già si legge che “il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale”.
E che “le amministrazioni si possono dotare di una ‘social media policy’ per ciascuna tipologia di piattaforma digitale”, che “deve individuare le condotte che possono danneggiare la reputazione delle amministrazioni”.