Resta un giallo la morte di Nadia Arcudi, la maestra di 35 anni trovata in un bosco di Rodero domenica sera, anche se c’è un arrestato, effettuato dalla polizia svizzera e dai carabinieri italiani in meno di 48 ore. E’ stato bloccato infatti il cognato della donna ma mancano ancora la parte centrale della trama, e soprattutto manca il movente.
La Polizia Cantonale martedì notte ha arrestato alla frontiera del Gaggiolo (Varese) il cognato della vittima, M.E. 42 anni, cittadino svizzero di Coldrerio, tecnico informatico della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e scrittore di romanzi gialli, anche se incompleti e poco pubblicati. E’ accusato di omicidio intenzionale e occultamento di cadavere. Stava rientrando in Svizzera dopo essere stato due giorni in Italia per motivi personali. Non era in fuga e senza saperlo era già da diverse ore sotto il controllo degli investigatori italo-svizzeri, che lo avevano localizzato grazie alle immagini di varie telecamere di sorveglianza.
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I carabinieri lo hanno invisibilmente “scortato” fino al valico, dove è stato arrestato. “Interrogato, ha fatto parziali ammissioni” ha detto il primo tenente della polizia giudiziaria svizzera Marco Zambetti. Avrebbe, ammesso, a quanto si apprende, di avere spostato il corpo della donna. Ma al momento i lati oscuri prevalgono sulle poche certezze. Nadia Arcudi è stata uccisa venerdì sera nella casa di Stabio, in Svizzera, dove viveva con la madre. Si può ipotizzare che la maestra sia stata in qualche modo soffocata, versione compatibile con la causa della morte, indicata dall’autopsia in un edema polmonare. Quindi l’omicida l’ha caricata in macchina e trasportata in Italia la sera stessa attraverso il valico del Gaggiolo, dove i controlli sono sporadici, e infine gettata nel bosco a Rodero, in una discarica abusiva a pochi metri dalla provinciale, a cinque chilometri dal luogo del delitto. Quali fossero i rapporti tra Nadia e il cognato, sposato con la sorella dal 2003, non è dato sapere.
E alle domande sul movente, gli investigatori non hanno risposto, opponendo il segreto istruttorio. Si sa soltanto che non vi sono altri indagati, almeno per il momento, ma non si esclude il coinvolgimento di altri. Ora l’inchiesta passa sotto la competenza svizzera, anche se prosegue la collaborazione tra forze dell’ordine e magistratura di Como, che ha già disposto l’autopsia e nominato un consulente per i quesiti genetici. Accertamenti che finiranno per rogatoria sul tavolo degli inquirenti ticinesi.
Nato in Italia nel 1974 da genitori elvetici, l’arrestato è tornato con la famiglia sei anni dopo in Svizzera “nostra madre patria”, come scrive in un sito personale non aggiornato da anni. Il presunto omicida è un appassionato di gialli e di Stephen King, ha scritto due romanzi brevi e altri incompiuti. In uno dei due disponibile in rete racconta una storia di omicidi di ragazze in un college americano, risolta grazie a uno scrittore di romanzi gialli che porta il suo nome di battesimo.(ANSA).
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