Una bella sorpresa per una docente: una laureanda in Scienze della Formazione che ha fatto la tesi sulle opere dello scrittore napoletano Maurizio De Giovanni ha avuto l’onore di incontrarlo in carne e ossa proprio nel corso della discussione di laurea.
La tesi sperimentale
Come riporta Il Corriere della Sera, la 23enne, iscritta alla Suor Orsola Benincasa di Napoli, che ha lavorato un anno come maestra della scuola primaria a Ravenna, ha scritto una tesi dal titolo: “La narrativa napoletana di Maurizio de Giovanni come strumento educativo”.
Quando de Giovanni è entrato nell’aula magna la seduta non è ancora iniziata. Al suo ingresso vocìo e applausi, ed emozione per la laureanda alle prese con la discussione. Il lavoro della studentessa è sperimentale ed è basato sull’introduzione nella quotidianità didattica degli alunni di una scuola elementare dei personaggi dei romanzi di de Giovanni.
“Attraverso figure emblematiche come il commissario Ricciardi e Mina Settembre — spiega — la letteratura si afferma come uno strumento pedagogico capace di avvicinare i giovani alla comprensione della realtà incoraggiandoli a diventare cittadini attivi e consapevoli”.
La dedica allo scrittore
“Portare la narrativa di de Giovanni nella scuola — racconta — mi ha permesso di aprire gli occhi a tanti bambini con personaggi che descrivono una realtà complessa come quella partenopea. L’emozione di poterlo incontrare è inspiegabile”. La giovane ha poi consegnato una copia della tesi allo scrittore, con una dedica: “Grazie per avermi ispirata e per aver descritto perfettamente la realtà napoletana”.
Un’emozione che ha toccato anche lo scrittore. “Questa ragazza mi ha commosso con il suo ottimismo e la sua apertura al futuro — spiega de Giovanni —. È una laureata che si avvia ad insegnare ai ragazzi e che ha avuto modo di guardare Napoli anche con i miei occhi. Rappresenta l’effetto del mio lavoro e questo è importante perché quando racconti storie pensi solo alla storia non agli effetti che può avere. Non pensi al successo che ti può dare, all’editore o ai lettori, hai solo il dovere di essere leale nei confronti dei personaggi. Vedere oggi l’effetto concreto che le mie storie possono avere e anche gli sviluppi didattici mi commuove”.