Scoppia il caso delle docenti di scuola primaria dichiaratesi indebitamente invalide per farsi trasferire da Milano a Reggio Calabria: per ottenere il cambio di sede di servizio, oltre mille chilometri, le docenti, quasi tutte neo-immesse in ruolo, avrebbero presentato certificati medici falsi o di invalidità immaginarie. Attraverso documenti in teoria inappellabili, ma invece altamente contestabili perché rilasciati da medici Asl compiacenti sulla base di presunte e non certo irreversibili patologie fisiche.
La vicenda, riportata il 24 aprile dal quotidiano “La Repubblica”, è diventata di pubblico dominio quando qualcuno si è accorto che i trasferimenti accordati dagli Uffici scolastici provinciali riguardavano ben 27 maestre della stessa zona e sulle base di motivazioni analoghe; ed ha fatto ancora più scalpore quando ci si accorti che alcune delle docenti dopo aver firmato il contratto a tempo indeterminato sembra che non si siano mai presentate a scuola per prendere servizio. Le motivazioni? Scoliosi, ansia, depressione e casi gravi di diabete. Tutte debitamente riscontrate dalle Asl di competenza attraverso certificati medici provvisori, ma poi rivelatisi inesistenti nelle certificazioni definitive. Certificazioni che per lgge andrebbero formulate entro tre mesi, ma che in Italia possono arrivare anche entro tre anni. E nel frattempo, quando si scopre chel’invalidità era supposta e non reale, il docente è ormai trasferito.
Determinante, per capire come sono andate le cose, è stata l’azione del responsabile dell’Usp di Milano; che ha inviato un dettagliato dossier alle procure del capoluogo lombardo e di Reggio Calabria. Le vicende a quel punto sono giunte in Tribunale, dove l’invalidità non è stata riscontrata e il passaggio dal Nord al Sud immediatamente annullato: ma nel frattempo la docenti avevano già “intascato” il trasferimento nelle terre d’origine e lasciate vacanti le rispettive cattedre milanese. Con tutti gli scompensi didattici che ne conseguono.
In base alle informazione del quotidiano nazionale, il caso sarebbe tutt’altro che isolato ma riguarderebbe centinaia di cattedre indebitamente lasciate vuote: non solo a Milano, ma anche a Firenze, Venezia e Torino.
Il caso delle insegnanti invalide smascherate è rimbalzato anche nelle stanze del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini: che si è complimentata con il direttore provinciale di Milano. “L`amministrazione scolastica – ha detto Gelmini – ha dimostrato in questo caso di saper vigilare e contrastare con successo questi episodi inaccettabili. Quanto accaduto in merito ai falsi certificati medici presentati da alcuni docenti è un fatto estremamente grave e particolarmente odioso proprio perché commesso da insegnanti che dovrebbero essere, al contrario, un punto di riferimento e un modello di comportamento per gli studenti. Le azioni illegali non sono mai ammissibili, non possono essere tollerate e devono essere perseguite con decisione”.
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