Bambini con meno di 3 anni coinvolti dalle maestre a disegnare sardine per la manifestazione che si è svolta in piazza De Ferrari il 28 novembre scorso a Genova.
La denuncia di quanto accaduto nelle aule dell’asilo nido vico Rosa, nel centro storico del capoluogo ligure, è stata al centro di interrogazioni in Consiglio comunale da parte di esponenti del centrodestra, Marta Brusoni e Lorella Fontana che hanno stigmatizzato il caso e chiesto all’amministrazione cosa intenda fare nei confronti di chi gestisce la struttura scolastica.
All’interrogazione ha risposto l’assessore alla Cultura Barbara Grosso, in vece del vicesindaco Stefano Balleari: “Il nido essendo assegnato con bando pubblico è sottoposto regolarmente a un monitoraggio da parte del Comune, l’ultimo è stato compiuto nella primavera del 2019, ed è stato appurato che al tempo il progetto pedagogico era declinato in maniera corretta”.
L’assessore ha però sottolineato che il Comune ha deciso di “convocare i responsabili della cooperativa per affrontare e comprendere la dinamica dei fatti accaduti”.
Arriva, però, la spiegazione di quanto accaduto da parte di una delle educatrici. “E’ difficile pensare in che cosa consisterebbe un laboratorio politico con bambini di tre anni – dice Paola Campi, legale rappresentante della cooperativa sociale Mignanego e responsabile dei servizi – questo tipo di laboratorio era stato chiesto da un gruppo di genitori, noi collaboriamo da sempre con i genitori. Abbiamo informato tutti, attraverso la nostra chat su Whatsapp, che era stata richiesta questa attività e abbiamo scritto che se qualcuno fosse stato contrario poteva anche dircelo privatamente. In questo caso, per non discriminare, a quei piccoli avremmo fatto disegnare un totano o una balena. Nessuna lamentela è arrivata e solo al termine dell’attività una mamma ha fatto polemica, dicendo che era stata svolta un’attività politica”.
L’ideatore è Mattia Santori, 32enne laureato in Scienze Politiche e istruttore di frisbee. Dal gruppo Facebook “6.000 sardine contro Salvini” è partita l’organizzazione del flash mob che, anche tramite volantini, telefonate e passaparola, ha portato in Piazza Maggiore più di 15mila persone.
E il nome “sardine” da dove nasce? “Volevamo dare un messaggio: staremo stretti come le sardine, perché saremo in tanti”, afferma Santori. E poi il simbolo: un pesce silenzioso, contrapposto agli urlatori dei comizi. Niente bandiere di partiti, nessun altro simbolo: solo quello delle sardine.
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