Si tratta, spiega Il Corriere della Sera, di un’iniziativa del principale sindacato inglese dei presidi e dirigenti scolastici, il NAHT, e che è stata battezzata «Primary Futures» (www.primaryfutures.org) proprio perché si rivolge alle scuole primarie e poi perché risulta di “primaria” importanza. Aperta la sperimentazione a tutte le scuole del Regno Unito, la vastissima rete di volontari è formata da persone proveniente dai più disparati percorsi e livelli professionali: dagli archeologi agli zoologi, dai piccoli commercianti agli impiegati delle multinazionali, dagli stagisti ai manager. L’obiettivo è quello di ampliare gli orizzonti dei ragazzi e spronarli, aiutandoli a capire davvero come scrittura, lettura e calcolo siano cruciali per ciò che il mondo del lavoro richiede. Dopo una fase-pilota durata un anno, con 16 scuole coinvolte in diverse località del Regno Unito, il progetto ha preso piede. “Uno dei nostri primi volontari è stata una infermiera di Wakefield”: ha raccontato Steve Iredale, a capo del NAHT fino a poco tempo fa e uno dei promotori dell’iniziativa. “È stata capace di mettere in relazione l’apprendimento della lettura e della scrittura dei bambini al suo lavoro. I bambini hanno potuto apprezzare il collegamento reale mentre lei spiegava l’importanza di scrivere bene le cartelle del paziente per evitare i pericoli alla sicurezza di una persona che possono essere causati da annotazioni illeggibili”. Il piano inglese ha lo scopo di rendere questa pratica molto semplice sia per le scuole, che per i volontari. Il NAHT ha lavorato in collaborazione con un’organizzazione senza fini di lucro, Education and Employers, dedicata a creare collegamenti tra il mondo della scuola e quello del lavoro quale strumento di prosperità collettiva. L’idea è che i datori di lavoro supportino l’iniziativa, e che i lavoratori dedichino un’ora all’anno alle scuole locali. Anche il governo è della partita, dato che si è impegnato a incoraggiare gli impiegati statali a diventare volontari
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