In questi giorni è diventato virale un post pubblicato su Facebook da un giovane maestro di scuola primaria che ha condiviso pubblicamente alcune foto, che ritraggono delle pagine di quaderno in cui sono scritti, a penna rossa, i suoi giudizi per gli alunni.
“Ciclicamente mi porto a casa i quaderni dei bambini, per supervisionarli, correggerli e dare un piccolo feedback costruttivo”, ha scritto il maestro. Il tono dei brevi commenti è sicuramente molto incoraggiante e positivo, volto a sviluppare nei piccoli studenti la sicurezza di sè e la loro autostima. “Il tuo quaderno è bellissimo e sono contento del lavoro svolto. Stai crescendo splendida e sei molto migliorata nella gestione delle emozioni. Ti voglio bene”, recita uno dei messaggi, il cui tenore è simile agli altri.
In una delle pagine immortalate c’è anche un commento in cui è evidente la voglia del docente di provare a trovare qualcosa di positivo anche quando non c’è: “Molti compiti non sono stati svolti e le schede non incollate. Posso aiutarti a impegnarti di più?”. “A volte ho difficoltà a capire se sei felice o triste, se sei d’accordo ti chiederò più spesso ‘come stai?'”, questo un altro stralcio.
L’abitudine dell’insegnante è stata accolta benissimo da molti utenti del social media, tra cui molti genitori, che lo hanno lodato. Ecco alcuni commenti:
“Io leggendo mi sono commossa e ho provato anche tristezza perché mio figlio non ha avuto la fortuna di avere insegnanti così. Complimenti davvero la scuola dovrebbe avere questi insegnanti!”.
“Questo approccio avrebbe evitato in me tanti traumi, paure e preoccupazioni che tutt’oggi mi porto dietro. Sto studiando per diventare anche io un’insegnante, con la promessa di essere l’insegnante che non ho mai avuto”.
“Dovrebbero essere tutti così gli insegnanti. Motivare un alunno è un gesto speciale, capace di farli portare avanti in autonomia e soprattutto portare l’autostima in alto. Che bellezza, avrei voluto un insegnante così per i miei figli. Complimenti davvero”.
“Un insegnante dovrebbe fare questo invece di togliere l’autostima a un alunno”.
“Li stai aiutando a creare autostima. Da bambina sarei stata felicissima e motivata se avessi ricevuto una ‘nota’ del genere”.
“È un angelo, bisogna incoraggiare i bambini, lodarli, stimarli, e far capire loro quanto valgono, e invitarli a correggere gli sbagli nel modo giusto”.
Non sono mancate, però, le critiche a questo metodo, che sembra assomigliare per certi versi a quello della “penna verde”: “Tutti che lo applaudono mentre io ci vedo solo un danno ai bambini che cresceranno ansiosi di soddisfare delle aspettative standardizzate a cambio dell’inutile approvazione della figura di potere di turno. Avere il quaderno ordinato non è un merito quando è un dovere, essere incostante con i compiti non è un demerito di per sé da correggere ma soprattutto non sta al maestro sindacare sulle emozioni dei bambini. La vita di un bambino non si riduce all’ambiente scolastico, la sua valutazione come persona (addirittura arrivando a permettersi di dire ‘stai crescendo splendida’) neanche”.
“Anche io ho provato disagio nel leggere queste righe scritte dal maestro, perché percepisco una spiacevole commistione del giudizio sul lavoro svolto con un sentimentalismo anche un po’ forzato e, per il mio sentire, invadente”.
“‘Quando fai i compiti sei brava e ti stimo’. Passa il concetto ‘non faccio o compiti e quindi non sono stimata da una delle mie figure di riferimento’. Ecco, questa unica frase non mi piace”.
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