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Maestro unico: nessuna modifica in Commissione

Dopo un lungo e articolato dibattito che ha visto l’intervento di diversi deputati dell’opposizione, alla fine l’articolo 4 sul maestro unico contenuto nel decreto 137 è stato approvato dalla Commissione Cultura con modifiche lievissime, di carattere puramente formale.
Alla discussione ha preso parte anche il Ministro Gelmini che in diverse circostanze ha ribattuto ai deputati del PD e dell’Italia dei Valori.
Come è accaduto, per esempio, sulle osservazioni dell’onorevole Manuela Ghizzoni (PD) che sottolineava come il provvedimento voluto dal Ministro penalizzerebbe  di fatto l’attività educativa degli allievi.
Il Ministro ha chiarito senza titubanze: “Alle famiglie verrà lasciata la scelta tra 24, 27 e 30 ore e il tempo pieno; quindi, non ci sarà nessuna riduzione dell’orario. Ricordo inoltre che in tutta Europa vi è già la previsione del maestro unico o prevalente”.
Sulla questione se le scuole debbano o possano istituire classi funzionanti a 24 ore è intervenuta anche l’on. Goisis della Lega Nord che ha sottolineato l’ambiguità del testo della legge.
La presidente della Commissione Valentina Aprea ha subito replicato: “L’articolo 4 è chiaro, perché si intende solo la possibilità di costituzione di classi a 24 ore e con un insegnante unico, come peraltro è facilmente desumibile anche dall’ultimo periodo del comma 1”.
Ma ha anche lasciata aperta la strada ad un riesame della questione affermando che “ulteriori approfondimenti potranno essere valutati nel corso dell’esame in aula”.
Alla richiesta di chiarimenti della deputata Rosa De Pasquale del PD, Gelmini ha detto: “Non bisogna fare allarmismi, è vero che nella scuola primaria verrà eliminata la compresenza dei, ma  ciò non comporterà un impoverimento del servizio e anzi garantirà un miglioramento di esso” e ha immediatamente aggiunto che  “le compresenze verranno eliminate gradualmente per tutte le classi”.
Ma il dato rilevante è che la richiesta di cancellazione totale dell’articolo 4, avanzata non solo dal PD ma anche da un partito della maggioranza (l’MPA), è stata respinta.
Peraltro lo stesso rappresentante dell’MPA (l’onorevole Latteri) non è neppure intervenuto nel dibattito, forse perché lo stesso emendamento era stato presentato anche da esponenti del PD, presenti in Commissione per tutta la durata dei lavori nel tentativo di ottenere qualche modifica al provvedimento.
E in aula le cose potrebbero complicarsi, se è vero che il Governo porrà la questione di fiducia.
Reginaldo Palermo

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