Nella giornata del 24 settembre il decreto 137 ha superato anche l’ostacolo della Commissione Bilancio della Camera che, in poco meno di mezzora, ha esaminato il provvedimento formulando un parere favorevole accompagnato da alcune osservazioni.
Sull’articolo 1, relativo all’introduzione nel curricolo della disciplina “Cittadinanza e Costituzione”, la Commissione ha osservato che non risultano definite con precisione le risorse finanziarie necessarie a realizzare le attività di formazione del personale docente previste dalla norma.
Più consistenti invece le osservazioni sull’articolo 4 che parla del maestro unico.
Secondo la Commissione Bilancio il Governo dovrebbe infatti precisare da quale anno scolastico decorrerà l’entrata in vigore della norma; non solo, ma andrebbero anche precisate meglio le modalità di copertura delle spese necessarie a retribuire i docenti assegnati a classi funzionanti a 24 ore settimanali per le ore aggiuntive che dovranno eventualmente svolgere.
La Commissione ha rilevato anche un’altra incongruenza: l’articolo 4 sul maestro unico prevede che le risorse per pagare l’orario aggiuntivo dei docenti potranno essere reperite utilizzando i risparmi di sistema derivanti dall’applicazione del piano programmatico del decreto 112. Ma questo comporta una difficoltà: i risparmi di sistema – secondo quanto previsto dall’articolo 64 del decreto 112 – saranno disponibili solo a partire dal 2010 e comunque l’anno successivo a quello in cui verranno accertati.
Pertanto per i “maestri unici” in servizio a partire dal settembre 2009 sembrano non esserci risorse disponibili.
In ogni caso, nel corso dei lavori della Commissione, il sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti ha preannunciato che il Governo sta lavorando ad un emendamento “idoneo a superare le perplessità esposte in merito ai profili finanziari dell’articolo 4”.
Nella stessa giornata il provvedimento è stato esaminato anche dalla Commissione Affari Sociali dove l’opposizione, per bocca di Livia Turco (PD) non ha votato contro il decreto limitandosi all’astensione. Parere del tutto favorevole è stato espresso anche dalla Commissione Affari Costituzionali che non ha rilevato profili di illegittimità costituzionale (va segnalato che nessun esponente del PD è intervenuto nonostante gli annunci di ricorso in merito).