Maestro unico: per l’Eurispes gli italiani contrari ad abbandonarlo
Ancora una bocciatura per la decisione del Governo di eliminare il maestro unico nella scuola primaria: è quella che arriva dall’Eurispes attraverso il “Rapporto Italia 2009”, che dedica una parte dell’indagine al mondo della scuola, pubblicato il 30 gennaio. L’addio, voluto dal Governo, dei due maestri su tre classi è stato contestato dal 64% degli intervistati. Significativo che un’eventuale revisione del tempo prolungato trovi critiche da una percentuale analoga (il 68,1%). Al pari di un eventuale avvio delle cosiddette “classi ponte” (proposte dalla Lega per favorire l’apprendimento degli alunni stranieri con maggiori difficoltà di apprendimento), osteggiate dal 62,2% degli italiani interpellati.
Su altri aspetti centrali della riforma Gelmini, in vigore a partire dal prossimo anno, i ricercatori Eurispes hanno invece raccolto pareri favorevoli. Piace, ad esempio, il ritorno al voto numerico: il 58,1% dei cittadini condivide il provvedimento secondo il quale il giudizio sull’andamento scolastico debba essere espresso in decimi. Come “strappa” giudizi positivi il ritorno del voto di condotta per gli studenti della secondaria di primo e secondo grado: probabilmente influenzati dai crescenti atti di bullismo, il 62,5% degli interpellati si è detto infatti d’accordo. Il fatto che i giovani abbiano bisogno di essere educati alla disciplina e al rispetto delle regole è confermato dall’alta percentuale di italiani che considera utile lo studio dell’educazione civica (78,5%).
Positivo, ma forse al di sotto delle aspettative, invece l’obbligo di adottare libri di testo il cui contenuto rimane invariato per l’intero arco del ciclo scolastico (67%) e che farà risparmiare non pochi soldi alle famiglie con figli a scuola.
Indicazioni interessanti sono giunte anche dal fronte delle novità in ambito universitario. Gli italiani sembrano opporsi alla trasformazione degli atenei in Fondazioni: il 42,2% non condivide questo aspetto e il 22,3% lo condivide poco. Appena il 13,8% ritiene che si tratti di una novità interessante che potrebbe migliorare il livello d’istruzione accademica offerto (da non sottovalutare però che ben il 22% ha detto di non essere a conoscenza della nuova Legge). Grazie ai mass-media, praticamente tutti hanno però avuto modo di accorgersi delle manifestazioni di protesta degli scorsi mesi: ebbene, il 63,4% si è schierato a fianco di studenti, docenti, sindacati ed associazioni che vorrebbero il ritiro delle Leggi 133 e 137. E quasi un italiano su tre (29,3%) è convinto che la “riforma Gelmini” danneggi le Università e la scuola. Solo il 13,7% ha dichiarato di non condividere la protesta perché essa rappresenta unicamente un pretesto per sottrarre tempo alle regolari attività di studio. A questi si aggiungono infine coloro che sono contrari a questo tipo di manifestazioni, poiché ritengono che la legge possa essere funzionale a risolvere alcune questioni importanti del mondo dell’istruzione (12,4%). Insomma, un quadro generale delle riforme Gelmini sull’istruzione che sembra far prevalere le zone d’ombra.