Innumerevoli studi scientifici evidenziano la correlazione tra comfort acustico di una aula, concentrazione, benessere e apprendimento degli studenti.
Gli ambienti, come le aule scolastiche, deputati al ruolo dello sviluppo della formazione e della cultura attraverso l’apprendimento, viziati da rumorosità e riverbero acustico sono ambienti dove si apprende meno.
A tal riguardo la fotografia della scuola italiana in riferimento all’inquinamento acustico non è delle migliori.
Infatti, quello che emerge da una indagine frutto di una collaborazione tra Ecophon Saint-Gobain, azienda svedese specializzata nella produzione di controsoffitti e pannelli fonoassorbenti, e il gruppo di Acustica Applicata del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale dell’Università degli Studi di Brescia, rivela molti punti di criticità delle nostre aule scolastiche.
Primo fra tutti il cosiddetto “tempo di riverbero”, una delle variabili di riferimento per la valutazione della qualità di un ambiente sotto il profilo acustico. Nelle scuole e negli spazi monitorati, il suo valore oscilla tra l’1,5 e i 2,3 secondi, con punte oltre i 3 (un valore più alto di quello misurabile mediamente, ad esempio, in una chiesa di media dimensione).
Ben al di sopra del valore soglia previsto dalla legislazione italiana, fissato a 1,2 secondi secondo un ormai datato decreto ministeriale del 1975, oggi superato dalle buone prassi internazionali che hanno già portato molti paesi europei a definire limiti più bassi, come la Norvegia (0,6) o la Francia (0,4).
Quindi per migliorare la condizione acustica è fondamentale progettare aule ed ambienti utilizzando prodotti che permettano di assorbire e controllare il rumore.
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