Il Maker Movement nasce dall’introduzione di nuove tecnologie per la stampa 3D e di schede Arduino utili alla prototipazione e alla fabbricazione di strumenti e di oggetti. Tuttavia, il making proviene da qualcosa di più personale: i makers sono persone interessate all’esplorazione e alla sperimentazione, che ‘smanettano’ con la tecnologia per apprenderla e comprenderla meglio.
I makers provano, si mettono in gioco, smontano oggetti, sperimentano alternative. Da questo processo nascono idee nuove che a volte portano ad applicazioni trasferibili al mondo della produzione ‘reale’. Il “principio attivo” che anima i makers non è una novità assoluta, perché il “fai da te” è sempre stato un modo, oltre che un diletto, di soddisfare esigenze personali.
L’avvento di nuove tecnologie informatiche a basso costo e larga diffusione (internet, social network, microcontroller, sensori, attuatori, per citarne alcuni) e la nascita di nuove filosofie open source di diffusione e condivisione hanno trasformato il “fai da te” in una nuova forma.
Di seguito alcune caratteristiche che contraddistinguono l’agire e l’apprendere del making:
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