Quasi 3mila alunni e 6mila genitori, oltre 250 docenti e 100 Ata, dislocati su 21 plessi scolastici, tra scuole dell’infanzia, primarie e medie, suddivisi su tre Comuni toscani: Buti, Bientina e Santa Maria a Monte, una zona vasta del pisano non molto distante da Firenze. Sono numeri che fanno tremare i polsi, soprattutto quando scopriamo che a dirigere tutta questa realtà, con il sistema delle reggenze, è un solo dirigente scolastico: si chiama Sandra Fornai, sposata, madre di tre figli, pisana.
È stata letteralmente buttata nella “mischia”: perché, dopo l’ultimo concorso, è diventata preside da appena tre anni, dopo un passato da insegnante di religione.
La Tecnica della Scuola l’ha intervistata.
Dirigente Fornai, ci aiuta a capire come si fa a gestire, in solitudine e con poca esperienza, una realtà scolastica così complessa, con istituti distanti uno dall’altro anche 50 chilometri?
È veramente difficile perchè l’amministrazione, purtroppo, non avendo indetto il concorso negli ultimi anni, si trova a gestire tutte queste scuole in reggenza. Per cui, il dirigente scolastico deve svolgere un lavoro enorme: corre, là dove ci sono le emergenze, purtroppo spesso a scapito del rapporto con le famiglie. E si trova costretto a delegare sempre. E spesso si rischia di perdere di vista la progettualità, la didattica: quello che dovrebbe essere il fil rouge del dirigente scolastico.
Invece?
Ci si trova alle prese con quelle che vengono chiamate ‘molestie burocratiche’: siamo gravati sempre da problemi sulla sicurezza, l’antincendio, la privacy. E tanto altro. Ci si trova a fare una miriade di cose, perdendo di vista quello per cui si diventò anni fa docente.
Ma dirigere 21 plessi contemporaneamente è stata una scelta?
No, purtroppo la mia reggenza è stata affidata d’ufficio dall’Ufficio scolastico regionale di Pisa, perché la provincia, seppure piccola, presenta ben 18 scuole in reggenza, tutte dislocate nel Valdarno. Quindi, ogni preside ha due scuole autonome. E la mia è tra le più grandi.
In questa realtà, i rapporti con i genitori e con gli studenti non possono essere molto approfonditi?
Sono infatti molto limitati, legati spesso ai collaboratori. Là dove il genitore insiste nel volere parlare con il dirigente scolastico, lo si fa il sabato, perché ovviamente durante la settimana non ho mai una mattina libera.
Ma per l’aggravio di lavoro che le viene richiesto, quanti soldi percepisce in più?
Di norma, un dirigente per questo impegno maggiorato prende circa 300 euro netti in più al mese, ma che io da settembre non ho ancora preso. Ho quindi anticipato allo Stato anche i soldi per la benzina, per raggiungere queste sedi per me lontanissime.
Con il nuovo concorso a preside, tutto questo aggravio di lavoro dovrebbe però venire meno?
Lo speriamo, soprattutto che i nuovi dirigenti scolastici siano pronti dal 1° settembre 2019: però abbiamo dei dubbi, perché questa procedura stavolta è molto più lunga, articolata e su base nazionale.
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