“Per la prima volta dopo anni di tagli lineari si ricomincia a investire sulla scuola. Per questa ragione, ho trovato francamente in malafede il taglio che è stato dato alla puntata andata in onda ieri a Presa Diretta dedicata alla Buona scuola”.
Anche Simona Malpezzi sulla barricata contro PresaDiretta, il programma Rai che ha mandato in onda una inchiesta, documentata, sulla scuola.
“Con il governo Renzi torna il segno più” davanti alla voce istruzione con un investimento di 3 miliardi per il personale docente, con potenziamento per l’alternanza scuola-lavoro e la formazione insegnanti. Non solo: abbiamo già investito 1 miliardo e 8 di euro per un grande piano di interventi per l’edilizia scolastica, senza contare le tre regioni coinvolte dal Piano Convergenza dove abbiamo aperto 7mila e 400 cantieri per un investimento di 1,6miliardi!”.
“Si può essere d’accordo o meno sui contenuti del progetto – prosegue Malpezzi – ma non riconoscere l’inversione di tendenza rappresenta un pessimo esempio di informazione. Ho partecipato a quasi 80 incontri in questi mesi in tutta Italia: non mi sembra che questo indichi una chiusura quanto piuttosto la grande volontà di discutere insieme a tutti quelli che vivono la scuola e che insieme ci hanno aiutato a rendere la proposta della Buona Scuola più efficace”.
“A fine febbraio – conclude – il decreto chiarirà ogni dubbio, ma certo non cancellerà la brutta pagina di pseudo inchiesta scritta ieri da Presa Diretta. Perché parlare del piano del governo Renzi facendo apparire lo stesso governo come artefice e responsabile dell’attuale situazione della scuola senza ricordare nulla della proposta è pregiudizio”.
E sinceramente ci pare di essere ritornati all’epoca del governo Berlusconi, ministra dell’istruzione Mariastella Gelmini, quando alle giuste proteste dei precari, delle scuole e dei docenti, che lamentavano tagli e miopie, misfatti e iniquità, si rispondeva accusando la stampa di “regime” di remare contro le “razionalizzazioni” volute dall’esecutivo che nel frattempo metteva in campo “riforme epocali” non capite dal mondo della scuola.
Passa il tempo ma la dialettica politica, come si vede, non cambia mai e guai a parlare male di chi comanda, anche se i documenti provengono dalla diretta voce dei protagonisti. Si attende una difesa di ufficio della Rai da parte dell’opposizione, se c’è ancora, mentre della ministra Giannini finora non ci è arrivato nulla.