Ci sono aggiornamenti sul caso della maestra accusata di aver maltrattato 21 bambini in due scuole elementari di Torino. Oggi, 12 dicembre, il Tribunale ha assolto la donna. Per lei erano stati chiesti quattro anni di carcere. Secondo la giudice, però, “il fatto non sussiste”.
Come riporta TorinoToday, con la stessa motivazione, sono state assolte anche le altre tre imputate dello stesso processo, che rispondevano di omissione di atti d’ufficio e omessa denuncia. Sono una dirigente scolastica, una vicaria e una responsabile di plesso.
Le accuse
I presunti maltrattamenti riguardavano il periodo tra il 2014 il 2018. La donna, arrestata nel 2019, secondo le carte dell’inchiesta, più volte aveva usato toni forti nei confronti degli allievi: “Se voi parlate vi butto giù dalla finestra e i vostri genitori li denuncio tutti”, “Sei fuori di testa”, “Deficiente”. Gli studenti erano bambini tra i 6 e i 9 anni. Per l’accusa, ad alcuni di loro veniva anche vietato di andare in bagno per lunghi periodi di tempo, fino a farsi la pipì addosso. L’ipotesi era che le altre tre imputate sapessero cosa succedeva nelle classi, ma non avrebbero fatto niente per evitarlo o interromperlo.
Lei, dal canto suo, ha sempre negato. “Questa vicenda è tutta un grande tranello, io sono innocente”, queste le sue parole. Aveva ammesso un rapporto difficile con alcune colleghe, che a suo avviso avrebbero messo in giro informazioni false su di lei. “Ma non è vero che i bambini mi odiassero – diceva – Ho tante foto con loro in braccio. Si sarebbero fatti avvicinare, se mi avessero temuta?”.
“Ne abbiamo sentite di ogni nei nostri confronti” – ripercorre la responsabile di plesso assolta – “Erano accuse infondate. Resta molto rammarico per questi anni così complessi, che ci hanno portato via la serenità”.
La difesa
La donna, nel corso del processo, aveva citato diverse letterine, regali e altri gesti che testimonierebbero invece l’apprezzamento da parte dei genitori. Secondo l’avvocato che difende l’ex maestra “non ha fondamento il messaggio di maestra terribile” ma, sottolinea, sarebbe frutto “di un contagio dichiarativo di cui tutti sono vittima, come emerso dal dibattimento e rappresentato dalle nostre consulenti”. Contagio dichiarativo che “si riverbera sui bambini e sui genitori”.
La docente era già finita sotto inchiesta nel 2011 e nel 2016 per abuso di mezzi di correzione e maltrattamenti. I fascicoli furono archiviati dalla procura.
L’ex maestra aveva puntato il dito contro colleghe da cui diceva di essere “sempre monitorata e mi lasciavo monitorare”. Ha raccontato di essere stata “aggredita a parolacce” da una di loro, anche con “attacchi davanti ai bambini e alla psicologa”.
Questo tipo di atteggiamenti contro di lei sarebbero stati ripetuti. Parla di “una preghiera o un rito voodoo” raccontando di un bigliettino che girava tra i banchi di una classe quinta su cui ci sarebbe stato scritto ‘maestra schifosa’ per tre volte, scritto da una bimba che a detta sua “faceva il lavaggio del cervello ai compagni per odiarmi”.