Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), i bambini e gli adolescenti vittime in Italia di vessazione e maltrattamenti, quali violenza fisica, abusi sessuali ed emotivi, abbandono, subiti nella maggior parte dei casi in famiglia sono ottantamila ogni anno: una intera media città.
Maltrattati a casa e fuori, rappresentano
Una nuova ‘Gioventù bruciata’ formatasi coi maltrattamenti subiti fuori e dentro casa, ma con un dato allarmante: per questa generazione abusata è triplicato il rischio di disturbi mentali, anche da adulti.
Oltre ai maltrattamenti in casa, preoccupante è pure il dato secondo cui il 22% degli adolescenti tra gli 11 e i 13 anni è vittima di atti di bullismo.
A lanciare l’allerta sono gli psichiatri riuniti a Firenze per il 25° Congresso dell’Associazione europea di psichiatria (Epa): molto però, avvertono, può essere fatto sul fronte della prevenzione.
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Dal punto di vista della salute mentale, la percentuale dei bambini esposti a violenze e maltrattamenti che sviluppano successivamente disturbi mentali, avvertono gli psichiatri, “è molto elevata, variando dal 50% all’80%”, mentre le conseguenze in età adulta sono importanti. La tendenza al suicidio è raddoppiata o triplicata rispetto alla popolazione generale, al pari del possibile sviluppo di depressione, disturbi da stress post-traumatico e ansia, deficit della crescita.
A questi si aggiunge una predisposizione maggiore a obesità, comportamenti aggressivi e sessuali a rischio, abuso di alcool e sostanze e una più alta esposizione a malattie croniche.
Sempre secondo l’Oms sono 155mila le morti nel mondo fra bambini sotto i 15 anni a seguito di abusi e/o abbandoni.
Da qui l’appello dell’Epa: occorre agire “con urgenza”! Ma come? Con il ‘piano di azione’ proposto dagli psichiatri, che indicano tra le misure più utili programmi educazionali dedicati a insegnanti e medici per riconoscere nel bambino le manifestazioni del disagio, fino a corsi di formazione per giovani coppie in cui apprendere come le conseguenze di abusi – quali percosse sulla testa, scossoni a un neonato o bambini lasciati con un genitore alcolista – possono lasciare gravi ripercussioni.
Recenti ricerche, sottolinea la presidente Epa “hanno dimostrato che le esperienze traumatiche nell’infanzia attivano i sistemi ormonali e neurochimici dello stress al punto che la risposta di tali sistemi diviene tossica. Ciò può comportare danni strutturali al cervello, può interferire con la risposta del sistema immunitario, può compromettere la capacità della persona di rispondere in modo adeguato agli eventi stressanti nel corso della vita e dunque può aumentare il rischio di patologie fisiche e mentali, dando al problema del maltrattamento sui bambini una dimensione sociale che richiede interventi di tutela per la salute pubblica”.
Un esempio positivo intanto arriva da Napoli dove, così come in altre città, “stiamo portando avanti un progetto di sensibilizzazione nelle scuole, soprattutto nei contesti più disagiati”.