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Maltrattamenti scuola d’infanzia, la bidella: quella maestra dava ‘pizzoni’ all’alunno autistico

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Si arricchisce di particolari la vicenda dei maltrattamenti fisici e psicologici che una maestra della scuola capitolina d’infanzia San Romano riservava ai sui alunni. Particolare impressione ha destato il racconto di una collaboratrice scolastica dell’istituto pubblico, secondo la quale Franca Mattei, la maestra arrestata con la coordinatrice dell’istituto, ordinava ai bambini più grandi di dare schiaffi ai compagni. Sembrerebbe poi che la maestra avesse preso di mira anche un alunno con disagi psico-fisici: nel racconto della bidella, che assieme ad altri dipendenti della scuola ha denunciato ai pm della Procura di Roma quanto accadeva nell’istituto, si fa riferimento ai molti episodi di violenza avvenuti in quella scuola.
“Un giorno un dei bambini, affetto da problemi psico-fisici, doveva fare la pipì – ha raccontato la bidella ai pm – . La Mattei lo mette seduto sulla tazza, poi comunque lui è un bambino, non e’ che se tu gli dici stai buono lui sta buono…. Lei ad un certo punto gli da un ‘pizzone’ in faccia. Poi si vede che lei si è resa conto che comunque c’ero io, si è girata e mi ha detto: ‘Oddio, mi sono sbagliata, gli volevo dare una carezza’, e io le ho detto: ‘Ma tra schiaffo e una carezza c’é una differenza”.
Quanto accadeva nell’istituto, però, non era nemmeno immaginabile per i genitori dei piccoli alunni. Ad iniziare dalla mamma del bimbo autistico che la maestra avrebbe schiaffeggiato. “La direttrice e l’insegnante partecipavano alle riunioni come se niente fosse. Non ne abbiamo mai saputo niente, per me è ancora inimmaginabile. Sono sconvolta, voglio la verità e andare in fondo a questa storia”. Ora la mamma dell’unico piccolo con disabilità della classe dove operava la Mattei pretende “di vedere il video”.
Di fronte a immagini inequivocabili (registrate dagli inquirenti tra il 24 aprile e l’8 maggio), infatti, è pronta a ricredersi. “E’ assurdo che nessuno mi abbia mai detto nulla – aggiunge – nessuno mi ha mai chiamato. Capisco che c’é un’indagine, ma caspita!. Avrei potuto aiutare. E’ strano perché mio figlio è assistito da quattro maestre più una quinta”.
“Un autistico non verbale – ha concluso la madre – se ha un disagio non ci va a scuola. Io non voglio né difendere, né accusare ma non ho avuto alcun segnale”.
Ancora più incredule le altre madri degli alunni che sarebbero stati vittime dei maltrattamenti. “Siamo sorpresi da tutto quello che sta succedendo – ha detto un altro genitore – . I bambini hanno sempre descritto la maestra come una persona dolce, che li imboccava e li aiutava a fare i bisognini. Lei stigmatizzava perfino qualche docente particolarmente austero, come nel caso di una collega che utilizzava il fischietto in classe. Qui a scuola c’era il totoscommesse ogni anno per riuscire ad iscrivere i nostri figli nella sua classe”. E ancora: “mio figlio non voleva andare a scuola se sapeva che non c’era lei. Quello che sta succedendo è assurdo”, ha spiegato un genitore che è anche una stretta amica della donna “da 15 anni”.
Ora la parola passa ai giudici. Che dovranno accertare la consistenza delle accuse.