Lo scorso 10 agosto, com’è noto, la scrittrice e attivista Michela Murgia è scomparsa dopo una lunga battaglia con un tumore. Numerosi sono i ricordi e i messaggi di cordoglio di chi la conosceva e di chi semplicemente apprezzava la sua tenacia, i suoi ideali.
A Il Corriere della Sera ha parlato sua madre, Costanza Marongiu. La signora, che purtroppo non potrà partecipare ai funerali della figlia, che si svolgeranno oggi, 12 agosto, alle ore 15,30, a causa delle sue precarie condizioni fisiche, ha ricordato l’infanzia di Michela.
“Era vispissima, intelligentissima. A scuola era la prima della classe e si lamentava quando perdeva un colpo: se non era 8 e diventava 7, già si preoccupava. Non le ho mai dovuto dire: apri il libro, mettiti a studiare. È stato tutto molto facile, da quel punto di vista, e molto piacevole seguirla nei suoi progressi”, ha raccontato.
“Sono orgogliosa di tutti i suoi libri, perché in ognuno c’è il suo pensiero, la sua scelta di vita. E in qualche maniera ha parlato anche di me. Io le dicevo: non mi ci mettere in mezzo, sono schiva. E lei: mamma, non hai capito?, se devo scrivere della mia vita tu ne fai parte”.
E, sul successo della figlia: “Non mi ha meravigliato nemmeno un po’, Michela assomigliava anche a me. Era una forza della natura. Qualunque strada avesse intrapreso, sapevo che sarebbe riuscita. Raggiungeva tutti gli obiettivi che si metteva in testa: era forte, coraggiosa, puntualmente critica anche con sé stessa. Se sbagliava lo ammetteva, era importante”, ha aggiunto.
“Michela era malata da un anno e mezzo, ma aspettarmelo no, perché fino al giorno prima mi ha nascosto la verità. Mi diceva: sto migliorando. E io ci credevo. Poi una settimana fa ha smesso di rispondermi al telefono e ho capito che stava male. Poi è stata lei a chiamare suo fratello Cristiano e a dirgli che se ne stava andando e che voleva solo che mi dicesse di stare tranquilla e di non piangere. Io non ho pianto, però così è anche peggio, perché mi sento un groppo al cuore che mi sta uccidendo”, ha concluso l’anziana.
Nel frattempo, c’è chi propone di intitolarle la scuola di Cabras, sua città di origine. Lo scrive il giornale locale LinkOristano. A farlo è un ex docente di Murgia, dirigente scolastico della scuola di Oristano che ha frequentato.
“Sin da subito erano evidenti le sue capacità di scrivere e di argomentare su qualsiasi tema le si proponesse e la naturalezza con la quale raggiungeva risultati brillanti nel profitto di tutte le materie. Ricordo che durante le riunioni dei consigli di classe la si indicava sempre come studentessa che faceva parte del gruppo dei migliori e si diceva che aveva del talento, soprattutto nella scrittura, e che avrebbe fatto strada nella vita”, questo il ricordo dell’insegnante.
“L’ho seguita e incontrata diverse volte a scuola, quando è venuta a presentare i suoi libri. La prima volta che venne, e non ci vedevamo da anni, nel vedermi mi salutò dicendo: ‘Ciao, ti ricordi di me? Sei stato mio insegnante’. E come potevo non ricordarmi. Confesso che rimasi molto contento di ciò e alcune volte la chiamai per telefono per sentire le sue opinioni su diversi temi o per invitarla a scuola a dibattere con gli studenti”, ha aggiunto.
Ed ecco l‘idea del preside: “Invito già da ora il sindaco e il dirigente scolastico dall’Istituto comprensivo di Cabras ad avviare la pratiche per intitolare quella scuola a Michela. Sarebbe un bel segnale per la cultura, per il paese. E sono convinto che Michela, pur essendo morta, per sempre ne sarebbe felice”.
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