Arriva la risposta della mamma finlandese dopo le tante critiche e anche i tanti sostegni: “Se c’è qualcosa che non va – ha scritto sui social – io non mi tengo la bocca chiusa. Spero che il sistema scolastico italiano migliori”.
Dopo la bufera mediatica che si è scagliata sulla pittrice finlandese che ha deciso di scappare, con la sua famiglia, da Siracusa polemizzando sulle scuole italiane tanto da spingere lo stesso ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara rispondere, la donna è stata subissata di commenti sul suo profilo Facebook personale, ai quali ha risposto ampliando ancora un po’ il suo punto di vista. Alcuni, di pessimo gusto, l’hanno spinta addirittura a disattivarli.
“Ora siamo arrivati a questo. Un articolo su un giornale italiano improvvisamente si è trasformato in articoli su TUTTI i giornali, radiofonici e programmi tv!! Quando vieni dall’esterno e vedi che c’è qualcosa che non va nel sistema, non posso che aprire bocca. ‘Ma perché? Ci avete mai pensato? Perché vi piace?’. Non tacere, porta molti pro e contro. e c’è qualcosa che non va, non sono io quella con la museruola! Spero che il sistema scolastico italiano si sviluppi per il meglio”, questo il commento della donna, Elin Mattsson, che ha ripostato l’articolo riportante la sua lettera inviata a SiracusaNews che ha scatenato il dibattito.
“Pensavamo/credevamo che dovesse essere simile alla Spagna. Oh sì, non ho ottenuto nulla dallo scrivere questo articolo ma è stato completamente scritto con l’intento di aprire gli occhi e aiutare i bambini lì. Forse ci si pensa? Sì, bisogna sempre aiutare lo sviluppo! Poi siamo felici di integrarci, tra l’altro, in nuove culture”, ha continuato, sostenendo di aver fatto la cosa giusta.
Ad alcuni commenti, anche italiani, che hanno lodato la sua scelta di alzare la voce, la pittrice, che ha parlato della Sicilia come “luogo meraviglioso dove vivono persone accoglienti e gentili” ha detto di “sperare che il sistema scolastico italiano migliori per il bene degli alunni”.
“La scuola italiana, com’è adesso, non va bene. Il modo in cui si viene rimproverati poi magari varia da scuola a scuola, probabilmente ci dovremmo interrogare sulle capacità pedagogiche di alcuni insegnanti”.
“Ci dispiace, questo non ha nulla a che fare con il paese. Abbiamo vissuto sia in Spagna che in Inghilterra. Non abbiamo problemi ad adattarci alla cultura, e sicuramente avremmo imparato anche l’italiano! Bella lingua! Volevo solo dire che nessuno a scuola dovrebbe essere sgridato, che la scuola senza pause e aria fresca rende l’apprendimento molto difficile per i bambini. I loro livelli di energia sono davvero troppo alti per concentrarsi. Non sono un esperto, ma volevo solo aiutare i poveri bambini. I bambini dovrebbero essere bambini, si impara giocando! Non voglio offendere nessuno, mi dispiace se la gente la prende in questo modo. Non bisogna essere troppo orgogliosi ma guardarsi allo specchio e chiedersi: ‘cosa possiamo fare di meglio?’
“Non posso parlare per l’intero sistema educativo, posso solo raccontare quello che abbiamo vissuto e sì, sento di doverlo fare, perché era COSÌ poco pedagogico. Questo non è per me, questo è per il bene dei bambini. Mi è dispiaciuto per i piccoli di 3 anni che dovevano stare seduti attorno a un tavolo, fermi e non essere fuori a giocare, come avrebbero dovuto. Era proprio come in Finlandia ai tempi! Ma adesso è il 2023. Tutti dovremmo sapere che i bambini imparano giocando! Così. Sarò solo soddisfatta SE potessi contribuire a una discussione che porta a standard migliori per i bambini”.
“Parlo solo di una soluzione semplice. Fate uscire i bambini! Pause! Pause! Pause! L’aria fresca fa miracoli! E assicuro che il livello di rumore diminuirà e la concentrazione aumenterà! Molto semplice”, questa la soluzione che chiede la pittrice, che ha affermato di aver agito solo per il bene dei bambini.
La Mattson ha sottolineato di non aver nessun odio di stampo “nazionalistico” verso il Paese che l’ha ospitata: “Voglio solo aiutare, tutto qui. Nazionalisti? Chi? Forse lo sono quelli così orgogliosi da non poter ascoltare gli input degli altri?”.
“Probabilmente è stato un bene per i miei figli, per capire davvero quanto era fantastica la loro scuola in Finlandia quando si lamentavano. Bisogna sempre sperimentare cose diverse per avere una prospettiva! Viviamo solo una volta e vogliamo davvero provare culture diverse. I siciliani sono persone molto cordiali e simpatiche, non è colpa loro se il sistema scolastico è così”.
“Amo la Sicilia. Molto bella. Ma la scuola era così brutta che non potevo più vedere lì i miei figli. Ma io amo i siciliani, il cibo, il sole e l’atmosfera e così via. Tutto molto bello! Volevo solo sottolineare alcuni problemi a scuola. È tutto”.
Secondo la donna in tutti i paesi europei ci dovrebbero essere scuole uguali. Ma è davvero qualcosa di praticabile in contesti diversissimi? “Penso che il sistema scolastico in Europa dovrebbe essere uniforme. Vivere in culture diverse arricchisce solo le persone e rende più aperti. È solo buono!”, ha scritto.
“Con metodi semplici le cose possono andare molto meglio. Gli italiani sono troppo orgogliosi per aprirsi semplicemente agli altri sistemi scolastici? Non lo so. So solo che in quel caso non metti i bambini al primo posto. Il mio scopo era alimentare le domande; ‘come possiamo fare meglio?’ ‘I bambini sono felici a scuola? O questo non è importante? Il pensiero vecchio stile è vecchio stile! Tutti dovrebbero essere disposti a svilupparsi se ci sono problemi. Ma penso davvero che bisognerebbe chiedere ai genitori e agli alunni! Sono soddisfatti del sistema scolastico?”.
“Date un’occhiata ai risultati PISA e vedrete che c’è qualcosa di giusto. Essere antiquati e conservatori non aiuta a svilupparsi. I bambini sono il futuro, creiamo per loro le migliori condizioni! In molti ambiti la Finlandia deve cambiare, su questo non ci sono dubbi. Ma il sistema scolastico non è uno di quelli. Quando non si riesce a guardarsi allo specchio e vedere i propri problemi è il giorno in cui si smette di svilupparsi”.
“Vorrei che tutta l’Europa avesse gli stessi standard scolastici. Non posso pensare che sia un male sottolinearlo. Non sto dicendo che l’Italia è cattiva e la Finlandia è buona, non scapperei dagli inverni finlandesi se fosse tutto così bello, vero? Parlo solo del sistema scolastico”, ha concluso la donna, che ha evidenziato quello che secondo lei è il problema degli italiani: essere convinti di star facendo bene senza accettare critiche.
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