Secondo alcuni dei dati dalla ricerca dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo (Di.Te), “lo smartphone è diventato un componente sempre più invasivo nella relazione tra genitori e figli, a partire dalla più tenera età”.
Infatti, secondo i ricercatori, un genitore su tre ha sostituito le favole della buonanotte con un’applicazione dello smartphone, uno su due usa il cellulare mentre allatta o dà la pappa al bimbo e 2 su 10 non gli cantano più la ninna nanna, affidando il compito a un assistente vocale.
Nella fascia di età tra 0-4 anni il 64% dei genitori intrattiene i figli con dispositivi digitali durante il giorno e nella stessa fascia d’età il 41% dei genitori riferisce di calmare il bambino con lo smartphone quando piange o è arrabbiato.
Tra i bambini di età compresa tra 4-9 anni, l’91% dei genitori utilizza dispositivi per intrattenere i figli durante il giorno, il 46% utilizza questi dispositivi durante i pasti e il 39% prima dell’ora di dormire, mentre il 97% dei ragazzi tra 9-14 anni ammette di utilizzare i device durante la giornata, di questi, oltre il 70% prima di addormentarsi e un preoccupante 57% preferisce rimanere connessa online piuttosto che uscire all’aria aperta.
Tuttavia anche i pericoli sono in agguato e non sono tecnologici, ma reali: “Esponendo i bambini così presto ai device digitali, mettiamo a rischio il loro equilibrio psico-fisico. Dal punto di vista fisico, si rischiano problemi di postura, disturbi visivi e del sonno. La luce blu dei dispositivi può anche influenzare negativamente i ritmi circadiani. Il messaggio è chiaro e urgente: è il momento di riflettere sul nostro rapporto con la tecnologia e considerare seriamente le sue implicazioni per la prossima generazione. La priorità dovrebbe essere instaurare connessioni umane profonde, dando ai nostri figli l’attenzione che meritano”.