Non si parla d’altro: il comico e conduttore Teo Mammucari, ospite della trasmissione di Rai2 Belve, si è reso protagonista di una scena che rimarrà nella storia della televisione. Dopo qualche minuto dall’inizio dell’intervista di Francesca Fagnani il 60enne si è indispettito e ha poi deciso di alzarsi dallo sgabello in cui si siedono di consueto le “belve” che vengono intervistate e lasciare lo studio.
Inutile dire che il popolo dei social si è scatenato, con commenti, meme, riflessioni da parte di personaggi noti. Il giornalista e conduttore Massimo Gramellini ha discusso proprio di questo nella sua rubrica giornaliera su Il Corriere della Sera.
“L’istantanea del male del secolo: l’adultescenza”
“Il Mammucari che abbandona lo studio televisivo sacramentando contro la presunta doppiezza della conduttrice Francesca Fagnani è un’istantanea del male del secolo: l’adultescenza, ovvero l’adolescenza infinita di tanti cosiddetti adulti”, ha esordito.
“Riepilogo: Teo Mammucari, diventato famoso come conduttore di un programma non esattamente per mammolette (tendeva agguati telefonici agli sconosciuti), chiede di partecipare a Belve, trasmissione che dichiara fin dal titolo, altrimenti si chiamerebbe Orsacchiotti, la volontà di mettere in difficoltà l’ospite con incursioni scomode sul personale. La conduttrice gli conferma l’invito e gli manda un messaggino amichevole, come è normale tra persone civili. Ma l’adultescente Mammucari ne deduce che il tono dell’intervista assomiglierà a quello del messaggino e, appena in studio arrivano le domande pepate, si dichiara sorpreso dalle regole del gioco, smette di giocare e se ne va, rinfacciando a Fagnani il cambio di registro”, ha aggiunto.
Ed ecco un riferimento alla scuola e all’immaturità di alcuni studenti: “Come se in campo un portiere se la prendesse col centravanti che cerca di fargli gol, ricordandogli che prima della partita avevano scherzato insieme. O come se uno studente si offendesse perché il professore con cui aveva cantato ‘Azzurro’ in gita scolastica, rientrato a scuola si permette di interrogarlo senza sconti”.
“Ora che ci penso, a sedici anni mi arrabbiai con l’insegnante di greco proprio per quel motivo. Sarò cresciuto? Parafrasando Gaber, non mi preoccupa Mammucari in sé. Mi preoccupa Mammucari in me”, ha concluso.