Home Attualità Manca la firma Miur e la prof è ferma a Strasburgo

Manca la firma Miur e la prof è ferma a Strasburgo

CONDIVIDI

Partita per lavorare a Strasburgo, sede del Parlamento europeo, si ritrova invece a fare la turista, che non sarebbe male, suo malgrado. È accaduto a una professoressa d’inglese che, avendo vinto un bando, dal primo settembre avrebbe dovuto cominciare a lavorare per un anno con altri colleghi europei per realizzare corsi di aggiornamento rivolti ad altri docenti da tutta Europa su temi come cittadinanza, democrazia, violenza contro le minoranze, e invece aspetta una firma del Miur, per prendere parte al progetto, che però non arriva

E infatti, racconta Il Corriere della Sera, al Palazzo dell’Agorà dove dovrebbe cominciare il suo lavoro è riuscita ad entrare una sola volta come visitatrice, poi è stata mandata via perché senza badge.

La bizzarra storia, frutto delle sempre abulie burocratiche, nasce quado la docente partecipa al bando europeo per il Programma Pestalozzi e riceve la risposta: «Ammessa, scelta tra tanti altri colleghi dei 47 Paesi del Consiglio d’Europa: vincitori io e un professore francese».

 

{loadposition eb-stato-giuridico}

 

A quel punto, la docente bresciana chiede l’ok al suo dirigente scolastico, che prima glielo nega e poi glielo dà ma a patto che si prenda aspettativa non retribuita.

Si arriva al 29 settembre, quasi un mese dopo l’inizio del lavoro a Strasburgo. «Io – dice la Gavazzi al Corriere – sono partita lo stesso, mi sono detta: intanto vado lì, in attesa dell’ok definitivo posso seguire delle conferenze e cominciare a conoscere le persone con cui collaborerò per un anno». Ma il nulla osta per il distacco non arriva. La pratica passa all’Ufficio scolastico regionale della Lombardia che si rivolge al Miur che però non può assumere un supplente al suo posto, pena incorrere in un procedimento della Ragioneria di Stato «che ci chiederebbe conto di quella sostituzione», spiegano al Miur.

Ecco dove si blocca tutto. «Avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione prima di partecipare al bando» spiegano in viale Trastevere. Ma probabilmente non avrebbe mai avuto l’ok per partecipare. Perché non esiste una norma che preveda una sostituzione per chi vince un bando europeo e neanche una forma di rimborso spese: chi parte deve farlo a proprie spese e in aspettativa senza retribuzione. Ma sempre dopo aver avuto il via libera.