Il triste fenomeno della mancata copertura delle cattedre, in attesa di essere assegnate a dei supplenti, non riguarda solo le scuole italiane sul territorio nazionale.
Le lamentele si allargano anche oltre confine. Addirittura in Francia, dove gli insegnanti dell’istituto comprensivo “Leonardo da Vinci” di Parigi ha dichiarato che ancora mancano ben 13 insegnanti.
Giovedì scorso, scrive l’Ansa, i docenti hanno inviato una lettera ai ministri dell’Istruzione e degli Esteri, Valeria Fedeli e Angelino Alfano, in cui esprimono la propria “indignazione di fronte alle inadempienze dell’Amministrazione” spiegando che dal 4 settembre si trovano “su richiesta del dirigente scolastico e in virtù della propria professionalità e senso di responsabilità, a garantire il funzionamento della scuola in mancanza di 13 insegnamenti nei tre ordini dell’istituto”.
E l’anomalia, scrivono gli insegnanti costretti a coprire i “buchi” ed ora sul piede di guerra, “si protrarrà ulteriormente, compromettendo, con il regolare svolgimento dell’attività didattica, il diritto allo studio, fondamento della nostra scuola pubblica e democratica”.
Ai prof non piace, inoltre, la prospettiva dell’assunzione di personale docente “non avente figura giuridica di docente e retribuito con i fondi della ex cassa scolastica, sottratti così alle attività didattiche già deliberate cui erano destinati”.
Gli insegnanti chiedono quindi che questi fondi “siano al più presto restituiti all’istituto Leonardo da Vinci”, che “si giunga rapidamente a una soluzione definitiva, per la quale tutti gli insegnanti abbiano le stesse prerogative” e che i responsabili dell’amministrazione delle scuole italiane all’estero “facciano prova di uguale professionalità e senso di responsabilità nella gestione di questo difficile momento di transizione”.
La protesta, negli ultimissimi giorni, si è ampliata e sta facendo “rumore”: ora a rivendicare la nomina di nuovi insegnanti sarebbe anche gruppo di genitori degli alunni frequentati l’istituto comprensivo italiano collocato nella capitale dello Stato transalpino.
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