Alla fine, dopo mille parole e molti proclami è probabile che la questione delle aule e degli altri spazi necessari per accogliere gli studenti a partire da settembre si risolverà nel modo più logico: nei territori in cui ci sarà disponibilità, gli Enti Locali potranno stipulare contratti di affitto con soggetti privati; le spese, comprese anche le utenze (elettricità, acqua, raccolta rifiuti, ecc..), saranno coperte da appositi stanziamenti del Ministero.
Lo dice la stessa ministra Lucia Azzolina che assicura che nel decreto legge in preparazione è prevista proprio una misura in tal senso.
Evidentemente al Ministero si sono resi conto che l’idea di fare scuola nei musei, nei teatri e nelle biblioteche può essere utile per imbastirci qualche annuncio da talk show ma non è assolutamente praticabile, per molte ragioni.
Adesso, però, se effettivamente ai Comuni e alle Città metropolitane dovessero essere trasferiti fondi per pagare affitti, si porrà il problema di dove e come reperire gli spazi.
Spazi che, ovviamente, dovrebbero essere già predisposti per “fare scuola”.
Ed ecco che torna d’attualità una proposta che nelle settimane passate era già stata ventilata da più parti: gli edifici che prima di altri potrebbero essere utilizzati sono certamente quelli che già ora ospitano attività scolastiche e cioè scuole del sistema paritario.