A Napoli il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi al Convegno di Confindustria su coesione territoriale e cambiamenti strutturali e strategici per la convergenza economica ha lamentato la carenza in Italia di insegnanti di Matematica.
Ci sarebbe una carenza di laureati in matematica, sono circa un migliaio contro i 40.000 nell’area scientifica. È il mondo dell’azienda e della ricerca che sottrae i matematici dalla scuola. Le cattedre vuote sarebbero migliaia secondo il responsabile dell’Istruzione, già nel 2017 l’allora Ministra Fedeli ( Governo Gentiloni) segnalò la carenza di docenti per 4000 cattedre di matematica nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado soprattutto nelle scuole del Nord, 1072 nella sola Lombardia.
Noi ci domandiamo del perché il Ministro si stupisca tanto.
Mancano docenti di matematica perché la professione d’ insegnante non è appetibile né socialmente né economicamente , il laureato in matematica cerca prima un impiego presso le aziende, il settore bancario, quello economico , l’ Università, la Ricerca, la Scuola con uno stipendio che oscilla inizialmente tra i 1200/1300 euro al mese è un ripiego, soprattutto se il lavoro si trova lontano, e ora con i vincoli nella mobilità imposti dal Governo Conte 2, il lavoro di insegnante è ancor meno appetibile. Si rischia di lavorare e di spendere l’intero stipendio in fitto, bollette trasporti e cibo.
Comunque se resteranno questi gli stipendi degli insegnanti, con la domanda di insegnanti così diversificata nelle varie aree del nostro Paese, al momento carenza al Nord e surplus al Sud, tra qualche anno in alcune zone del Paese trovare gli insegnanti e non solo di matematica sarà una vera impresa.
L’ultimo concorso STEM, con il gran numero di bocciati, non è stato nemmeno in grado di reclutare gli insegnanti necessari, in particolare quelli di Matematica di cui ora il Ministro denuncia la carenza nel Convegno di Napoli.
Bianchi faccia chiarezza, si abilitino gli insegnanti di terza fascia e si si attivino procedure straordinarie insieme alle ordinarie, siamo ormai stanchi delle diagnosi dei Ministri su problemi atavici e che conosciamo benissimo, vogliamo proposte e soprattutto aspettiamo fatti.
Alle porte c’è il nuovo contratto, se sarà il solito Contratto che va a confermare la compressione delle retribuzioni che dura ormai da qualche decennio, non credo che i nuovi laureati guardino alla Scuola come un lavoro appetibile, la continueranno a considerare l’ultima Thule.
Scuola Bene Comune
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