Il Miur dovrà spigare al tribunale amministrativo perché non ha ancora pubblicato informazioni certe sulla messa a norma o sui limiti strutturali degli oltre 40mila plessi scolastici italiani. A darne notizia, nel giorno della XI Giornata Nazionale della sicurezza scolastica è Cittadinanzattiva: l’associazione ha spiegato di avere avviato il ricorso al Tar del Lazio contro il ministero dell’Istruzione, dopo che questo ha sostenuto di non essere “l’amministrazione che possiede le informazioni sull’anagrafe dell’edilizia scolastica”. Il Miur ha inoltre comunicato a Cittadinanzattiva che “non ci sarebbe alcun obbligo di pubblicazione dell’anagrafe da parte delle amministrazioni competenti”, negando l’accesso civico previsto – sostiene l’associazione – dal d.lgs. 33/2013 ai dati in questione.
“Ricorriamo contro queste improbabili giustificazioni – ha dichiarato Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della Scuola di Cittadinanzattiva – che ledono il diritto alla trasparenza degli atti varati dalla Pubblica Amministrazione e il diritto dei cittadini ad avere informazioni certe”.
L’associazione che opera a difesa dei cittadini ha avviato anche un’altra iniziativa, pubblicanso sul proprio sito internet l’elenco delle scuole, Regione per Regione, che d’ora in poi riceveranno i finanziamenti per il miglioramento della sicurezza e per la manutenzione scolastica. Sempre l’associazione monitorerà anche gli interventi. Infine, invierà a livello regionale istanze di accesso civico per avere dati sullo stato degli istituti scolastici.
Cittadinanzaattiva, fermo restando che le competenze primarie in materia di edilizia scolastica sono di Regioni, Comuni e Province, si chiede dove il Miur “attinga alle informazioni necessarie per disporre di un quadro complessivo del patrimonio edilizio, sulla base del quale dettare, tra l’altro, i criteri guida della programmazione regionale, supervisionandone l’attuazione e destinando i finanziamenti pubblici adeguati. Si tratta – ha concluso Bizzarri – di un problema di trasparenza dell’utilizzo di risorse pubbliche, visto che abbiamo appreso che sono stati stanziati in totale oltre un miliardo di euro per sistemare le scuole. Di questa cifra circa 150 milioni di euro, stanziati con il decreto del Fare, sono stati suddivisi tra le Regioni per finanziare interventi in 692 scuole in base a priorità che non siamo – ha concluso – in grado di contestare ma sulle quali vigileremo”.