È illegittimo cancellare dalle graduatorie ad esaurimento un docente che, per vari motivi, non ha prodotto domanda di aggiornamento per il triennio 2014-2017. A stabilirlo, con sentenza depositata il 7 maggio scorso, è stato il Tribunale del lavoro di Pavia, che ha quindi dichiarato inefficace la decisione dell’Ambito territoriale locale di depennare, nella fattispecie una docente, per la mancata presentazione della richiesta di aggiornamento di posizione nella graduatoria provinciale.
L’insegnante, difesa dall’avvocato Dino Caudullo del Foro di Catania, in occasione della procedura di aggiornamento delle GaE disposta con DM 235/2014, aveva infatti dimenticato di presentare la domanda di aggiornamento. Proprio in considerazione dell’espressa previsione contenuta nel decreto, l’Amministrazione scolastica locale aveva proceduto al suo depennamento definitivo dalle graduatorie.
“Fino ad oggi – spiega il legale che ha tutelato la docente precaria – le varie pronunce giurisprudenziali intervenute positivamente a favore dei docenti depennati, avevano riguardato i casi in cui, in seguito al depennamento per non aver presentato la domanda di permanenza/aggiornamento, era stato negato il diritto al reinserimento in occasione della procedura di rinnovo delle GaE successiva al depennamento medesimo”.
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“Con la sentenza in questione, invece, viene dichiarata dal giudice del lavoro l’illegittimità del depennamento quale conseguenza automatica della mancata presentazione della domanda, a prescindere dalla richiesta di reinserimento nelle graduatorie”, conclude Caudullo.
Cosa accadrà ora? È molto probabile che questo precedente giurisprudenziale possa tornare utile ai numerosi docenti depennati per non aver presentato la domanda di permanenza o aggiornamento: non sono in pochi, infatti, a sperano nel reinserimento anche per rimanere tagliati fuori dal piano straordinario di assunzioni annunciato dal Governo Renzi.
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