Istituti obsoleti e realizzati con materiali oramai siti ai limiti delle normative di sicurezza vigenti, docenti sul piede di guerra per il mancato welfare offerto loro e per le retribuzioni misere rispetto ai continui rincari dei generi alimentari di base e beni di consumo, mobilità non in linea con il costo della vita. Questi i limiti di una sindrome nata oramai da un decennio nel Regno Unito che va ad interessare anche gli ambienti più elitari del sistema scolastico anglosassone. A sommarsi ad una crisi – meglio da definirsi tragedia – preannunciata dal crollo di un solaio in calcestruzzo pre-compresso trivellato in un istituto costato la vita a docenti e studenti, è la totale assenza di un ricambio generazionale adeguato a una professione sempre meno attrattiva in termini non solo di mera e basale remunerazione, ma anche di prospettive, sviluppo della carriera ed ambizioni professionali concrete non circoscritte al mondo scolastico. Il sistema educativo ha già rischiato una tremenda paralisi a seguito di numerose ed impattanti ondate di sciopero del personale scolastico e docente susseguitesi nel Galles, Scozia, Inghilterra che hanno causato, oltre la sospensione delle attività didattiche su base quotidiana, anche la chiusura dei distaccamenti ed interi istituti. L’assenza di un compromesso tra sigle sindacali ed esecutivo – nonostante i piccoli sforzi di quest’ultimo nell’innalzare, in misura a quanto pare non gradita ed insufficiente, le retribuzioni annue – rischiano di riproporre un quadro analogo anche quest’anno.
Le scuole di tutta la Scozia affrontano settimane di chiusure e interruzioni dopo che un terzo sindacato ha rifiutato una nuova offerta salariale proposta dall’esecutivo. Unite si è unito all’Unison e al GMB nel respingere la proposta dell’organo consiliare Cosla, responsabile della comunicazione e contrattazione economica tra sigle, docenti rappresentati ed Enti Locali. Tutte le sigle in oggetto hanno avvertito che il tempo per scongiurare uno sciopero sta per scadere. Gruppi di genitori hanno espresso il timore che la chiusura delle scuole avrà un effetto “dannoso” sui loro figli. Ma giovedì Cosla ha detto che non erano più a disposizione fondi reali ed effettivi per le retribuzioni senza tagli ai posti di lavoro e ai servizi resi alla comunità. L’ultima offerta dell’organismo, che rappresenta i 32 consigli scozzesi, è un piano in due parti che garantirà ai lavoratori almeno un aumento di 1.929 sterline dello stipendio annuale entro il 1° gennaio 2024. La decisione di respingere questo significa che tre scuole su quattro potrebbero essere interessate da un programma di scioperi che inizierebbe con una protesta-simbolo di tre giorni il 26, 27 e 28 settembre prossimo. Venerdì il segretario generale dell’Unite, Sharon Graham, ha dichiarato: “Ci sono voluti cinque mesi affinché Cosla aumentasse la sua offerta di miseri 38 pence a settimana per gli impiegati comunali meno pagati. “I rappresentanti del governo locale dell’Unite hanno giustamente rifiutato questa offerta. La lotta per posti di lavoro, retribuzioni e condizioni migliori nei governi locali continua e, se necessario, attraverso azioni di sciopero. Unite sosterrà i suoi membri fino in fondo.” Unison ha già dichiarato ufficialmente che Cosla ha tempo fino al 20 settembre per “migliorare significativamente” la proposta ai docenti col fine di ovviare scioperi futuri.
Il primo ministro Humza Yousaf ha detto di aver già fornito a Cosla finanziamenti aggiuntivi per aiutare la negoziazione dell’offerta salariale e spera che questo sia sufficiente per smorzare la crisi e le difficoltà di dialogo con i docenti e relative sigle sindacali. Invitando entrambe le parti a costruire “discussioni significative”, ha dichiarato: “Continueremo a fare ciò che possiamo per sostenere queste discussioni, ma sono trattative per Cosla e nessuno… vuole vedere scioperi e le nostre scuole chiuse“. Il leader laburista scozzese Anas Sarwar ha affermato che il governo locale deve mostrare leadership e discutere con Cosla e i sindacati e concludere un accordo che sia “giusto per i lavoratori ed equo per coloro che necessitano di servizi assistenziali e scolastici”. I tre sindacati hanno dovuto votare separatamente per ciascuna area del consiglio e questo ha portato ad un quadro complesso anche per le famiglie: in alcune aree del paese non si comprende facilmente chi aderirà allo sciopero, in quale misura e circostanza. Solo 6 dei 32 consigli non saranno interessati dalle proteste previste. Queste sono le aree in cui i sindacati non hanno ottenuto adesioni in termini di rappresentanza.
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