La scoperta dell’acqua calda
Il rifiuto di molte colleghe e colleghi residenti al Sud assunti a tempo indeterminato nelle regioni del Nord di accettare la nomina è oggetto di stupore e di interesse giornalistico e appare come qualcosa di singolare.
In realtà ciò che “si scopre” è sin banale:
Visto che non siamo in nessun modo di fronte a una novità, è sin evidente che se si fosse voluto affrontare il problema le soluzioni sarebbero state altrettanto evidenti e cioè:
Come tutte le soluzioni semplici entrambe queste ipotesi non sono state nemmeno prese in considerazione dal governo e non sono state sostenute dalle organizzazioni sindacali istituzionali che hanno firmato senza particolari difficoltà un contratto che non prevede nemmeno il recupero dell’inflazione degli ultimi anni, per non parlare del pregresso.
È sin evidente che sarebbe fuor di misura ed ingenuo aspettarsi che il governo riconosca queste necessità e assuma misure adeguate, di conseguenza la parola e soprattutto l’azione passano alle lavoratrici e ai lavoratori della scuola, che solo dando vita alla necessaria mobilitazione possono cambiare la situazione.
La Cub Scuola Università e Ricerca propone di conseguenza che:
Si tratta di un percorso di mobilitazione che deve vedere le lavoratrici e i lavoratori della scuola impegnati con le altre categorie del lavoro dipendente per un cambiamento della situazione esistente, che non possiamo continuare ad accettare come fosse un destino ineluttabile quando invece è il prodotto delle scelte dei nostri avversari.
La partita si giocherà nelle scuole così come nelle piazze.
Per la CUB Scuola Università Ricerca
Il Coordinatore Nazionale
Cosimo Scarinzi
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