La mancata copertura delle ore di sostegno diventa argomento di Camera e Senato, con i parlamentari che chiedono spiegazioni al Governo e al ministro Giannini.
“E’ ora di finirla sulla mancata copertura delle ore di sostegno”, ha detto il 28 ottobre la senatrice Laura Bignami (Movimento X) che ha trasformato “in interpellanza a procedimento abbreviato un’interrogazione che aveva presentato al MIUR qualche giorno prima dell’inizio dell’anno scolastico e alla quale non è pervenuta nessuna risposta”.
La Bignami ha anche chiesto che vengano resi pubblici “i dati relativi alle ore di sostegno richieste e a quelle concesse agli studenti e agli alunni disabili nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, suddivisi per regione e per provincia”.
“L’interpellanza – spiega la senatrice – è stata sottoscritta da 40 senatori e non vuole essere un attacco politico al governo, ma semplicemente una pretesa di chiarimento utile a verificare l’efficienza della tanto incensata “Buona scuola”. Chiedo a gran voce che sia data risposta alle mie semplici domande”. “Senza la conoscenza di questi dati – conclude Bignami – mi domando come il governo possa avviare una seria riforma del sostegno”.
Una denuncia analoga è giunta, nella stessa giornata, dai i parlamentari M5S in commissione Cultura di Camera e Senato, che hanno presentato un’interrogazione al ministro dell’Istruzione, in cui sollecitano la responsabile del Miur a risolvere il caso, sollevato dall’agenzia Adnkronos, della piccola Gaia, la bambina leccese affetta da Sma1 e alla quale è stata negata la maestra di sostegno nei primi giorni di scuola, poi sostituita da un’altra insegnante ma priva di specializzazione.
“Sono molti, troppi, i casi di alunni diversamente abili che, nonostante abbiano diritto allo studio al pari degli altri, di fatto non hanno la possibilità di svolgere con regolarità e costanza le lezioni a causa della mancanza di un numero adeguato di insegnanti di sostegno, hanno detto i ‘grillini’, commentando l’interrogazione depositata alla Camera e a prima firma dell’on. Maria Marzana.
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“Per eliminare quella che è una vera e propria discriminazione chiediamo al ministero dell’Istruzione quali iniziative intenda adottare per garantire il diritto allo studio a tutti gli alunni con disabilità e se intenda provvedere all’immissione in organico dei docenti specializzati sul sostegno, anche non presenti nelle graduatorie ad esaurimento o nelle graduatorie di merito, e quindi procedere all’assunzione di coloro i quali sono presenti nelle graduatorie d’istituto”.
La denuncia è stata raccolta anche dall’Anief, secondo cui “i 6.446 posti assegnati con la fase C del piano assunzioni della Buona Scuola non sono bastati a risolvere il problema”.
L’Anief ha ricordato che “dovendo mantenere il rapporto 1 docente ogni 2 studenti, come ribadito dalla sentenza della Consulta n. 80/2010, che annullando i commi 413 e 414 dell’art. 2 della Legge 244/2007, è evidente che il Governo e il Miur avrebbero dovuto superare il vincolo del 70% dell’organico di diritto previsto dalla Legge 128/2013, approvato mentre era Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. Perché quella norma si basava su un numero massimo di assunzioni pari a 90mila docenti, nel frattempo tutti immessi in ruolo, rifacendosi ad un contingente di iscritti disabili risalente al 2006. Nel frattempo, però, gli alunni che necessitano del docente a supporto sono passati da 180mila a 240mila”.
“Nemmeno la legge delega di riforma del sostegno, affidata dalla Legge 107 al Governo, può essere una soluzione al problema cronico della mancanza di tanti docenti specializzati nel supporto agli alunni disabili”, ha detto Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal. “Prima di tutto perché vedrà la luce solo tra un anno, quindi, lasciando scoperto almeno l’attuale anno scolastico, e in secondo luogo perché non è compito diretto della nuova legge farsi carico della mancanza di autorizzazioni ministeriali per la stabilizzazione dei docenti di sostegno. Il problema va risolto dove è nato: in Parlamento, dove oggi sono stati portati i numeri corretti. In attesa che il legislatore si decida a sanare il tutto – ha concluso Pacifico – sarà cura dei tribunali far rispettare i diritti dei ragazzi disabili e delle loro famiglie”.
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