Nella notte tra l’11 e il 12 dicembre sono apparsi in tutta Roma degli striscioni e dei manichini impiccati costruiti con buste e cartacce con addosso un cartello con la scritta “istruzione“. Questo è il modo con cui Blocco Studentesco, l’associazione degli studenti ex organo studentesco di CasaPound, come ha spiegato in un comunicato, ha deciso di protestare contro l’operato del ministro Valditara.
Federico Pisani, responsabile romano del Blocco Studentesco, ha espresso così la sua disillusione nei confronti dei Governi che si succedono e che, a suo avviso, non cambiano le cose e non fanno altro che ridurre le risorse destinate alla scuola.
“Vi avevamo avvisato a maggio: la linea sulla scuola era già tracciata da anni e, come potevamo immaginare, il nuovo governo non si è minimamente discostato dal programma di decrescita. Secondo le tabelle allegate alla nuova manovra ci saranno ulteriori tagli. Infatti, i 52,3 miliardi di euro dovrebbero lasciare il posto ai 51,9 miliardi nel 2023, per poi arrivare a 48 miliardi nel 2025. Quindi, 4 miliardi in meno, come già previsto dal governo Draghi. Questi tagli vengono giustificati col problema della denatalità. Perché ovviamente è più semplice disincentivare i genitori all’idea di poter dare una degna istruzione ai figli o, meglio ancora, avere proprio dei figli. Il decremento della popolazione scolastica avrà ricadute serie anche sugli organici degli insegnanti. Tra 12 anni sono previsti circa 1,3 milioni di alunni in meno”, ha detto facendo riferimento alle novità relative alla Legge di Bilancio.
Nella nota c’è un chiaro attacco al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: “Il Blocco Studentesco ha la memoria lunga e non si lascia di certo ingannare dalle false promesse del ministro Valditara. Per questo abbiamo affisso nella notte diversi striscioni: davanti al liceo Augusto, all’istituto Carlo Cattaneo, al liceo Machiavelli e al Ministero. Tutti contornati da alcuni manichini impiccati che rappresentano l’istruzione, martoriata e uccisa da tanti governi, compreso quello attuale.”
Secondo Blocco Studentesco la nuova denominazione del dicastero di Viale Trastevere, con l’aggiunta della parola “merito“, è fine e sé stessa non ha portato alcuna novità: “Questa scuola va rifondata. Non basta cambiare i nomi ai ministeri ed infarcirli di belle parole. Il Blocco Studentesco non darà pace al nuovo ministro finché non verrà fatto il bene degli studenti”, così si conclude il comunicato.
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