Il 13 di novembre, approfittando dello sciopero della Scuola, indetto da Unicobas, Cobas, Anief e Cub, gli “Insegnanti calabresi-PSP Partigiani della Scuola Pubblica” e altre sigle aderenti (Illumin’Italia, Coordinamento scuole VT e Latina, Ass.ne Populus di Foggia, Partigiani della Scuola Pubblica Bologna), in più province d’Italia, presenteranno nelle Prefetture un documento di sfiducia alla legge di Riforma della scuola.
Partecipano le seguenti città:
1. Roma
2. Catanzaro,
3. Cosenza,
4. Crotone,
5. Vibo Valentia,
6. Reggio Calabria
7. Viterbo
8. Lecce
9. Catania
10. Caltanissetta
11. Bologna
12. Ravenna
13. Palermo
15. Latina
16. Ferrara
17. Modena
18. Teramo
19. Foggia
20. Udine
21 Genova
22. Matera e Potenza
Nella città di Catanzaro il corteo studentesco partirà alle …ore 9 da Piazza Matteotti, attraverserà il corso Mazzini e giungerà in Piazza Prefettura.
Nella città di Lamezia il corteo studentesco partirà alle ore 9 dalla Scuola Magistrale e percorrerà il centro cittadino fino al Corso Numistrano.
Nella città di Reggio Calabria il corteo partirà da Piazza De Nava fino ad arrivare al Teatro Cilea.
Nella città di Cosenza il corteo partirà alle ore 9 da Piazza Loreto fino al Piazzale del Comune.
Nella città di Crotone ci sarà un sit in dei docenti in Via Palatucci e poi si recheranno dal Prefetto.
Una delegazione di studenti e docenti si staccherà dai manifestanti per raggiungere il palazzo della prefettura, dove consegnerà il documento al Prefetto, in presenza del quale lo sottoscriverà.
Gli studenti ed i docenti rivendicano nel documento una scuola libera e plurale; solidale e uguale; pubblica, statale e costituzionale
– Che abbia dei curricoli dotati di numero di ore sufficiente ad ampliare gli spazi di dibattito e di approfondimento in aula, a consentire il recupero dei soggetti svantaggiati e l’utilizzo della dotazione tecnologica dovuta ai POR FESR, nel rispetto della sentenza del TAR del Lazio n. 3527 del 2013 ed esecutiva n. 6438 del 2015, tuttora rimasta lettera morta, per cui il MIUR è commissariato;
– Che favorisca l’inclusione dei soggetti svantaggiati abbattendo il tasso di dispersione scolastica grazie anche alla riduzione del numero di alunni per classe e al mantenimento della figura del docente di sostegno alla didattica in aula;
– Che fornisca a tutti pari opportunità formative e giusto riconoscimento ad inclinazioni e merito,
– Che conceda anche nelle ore pomeridiane spazi autogestiti agli studenti per praticare attività di tutoraggio scolastico sia tra pari sia con i docenti, approfondimenti, ricerche, dibattiti, discussioni, abituando i giovani fin dalla tenera età all’esercizio della cittadinanza vigile e attiva
– Che recluti i docenti secondo principi ispirati a trasparenza ed equità, e a questi principi e alla collegialità è affidata altresì la sua conduzione nella pianificazione dell’Offerta formativa.
La scuola invocata da alunni e docenti di tutta Italia, dunque, confligge apertamente con il dettato della legge 107/2015, di cui essi chiedono la sostituzione immediata negli aspetti che non riguardano il DEF, ritenendola un testo inemendabile essendo in contrasto palese con il dettato Costituzionale ed incompatibile con buona parte della legislazione vigente.