Ad un anno esatto, più un giorno, di distanza dalla storica mobilitazione organizzata dai sindacati della scuola, che riempì le strade di Roma con quasi un milione di partecipanti, sempre nella capitale la Cisl Scuola ha organizzato, stavolta però in solitudine, una manifestazione a cui hanno aderito non più di 5.000 iscritti provenienti da tutta Italia. Al di là della differenza di partecipanti, figlia anche della frantumazione sindacale cui si è assistito negli ultimi mesi, sono molte questioni che tengono unite le due manifestazioni. Prima di tutto quella dei “nodi” ancora irrisolti. Esattamente come 365 giorni fa i segretari generali, Bonanni e Scrima, sono tornati a chiedere al Governo di affrontare tre urgenze: i tagli eccessivi, l’assunzione dei precari su tutti i posti vacanti e un maggior numero di risorse per sedersi attorno al tavolo del rinnovo del contratto in scadenza.
“Quello del ministro è un atteggiamento pericoloso quando definisce il sindacato un fastidioso ingombro sulla strada della sua politica scolastica. Siamo qui perchè vogliamo rimediare ai troppi buchi provocati dai tagli troppo forti. Mancano insegnanti e bidelli e la scuola è in ginocchio“, ha detto il leader generale Francesco Bonanni. Gli ha fatto eco il segretario di comparto, Francesco Scrima, che ha spiegato le ragioni di ogni punto della piattaforma: “siamo solo al primo atto, l’anno prossimo avremo 25mila docenti e 14.500 Ata in meno, queste cifre non sono sopportabili e pretendiamo dal governo di attivare un confronto per intervenire sulla Finanziaria”. Scrima si è soffermato anche sulla gravità del fatto “che più di 200mila posti, il 20% di tutto il personale della scuola, siano ancora destinati ai precari: si tratta di 30mila docenti e 70mila Ata che devono essere assunti a tempo indeterminato. Ed il governo lo può fare, come già prevedeva la Finanziaria del 2007“.
Il leader della Cisl Scuola ha poi chiesto maggiori risorse da investire sul contratto di comparto: “E’ un diritto sacrosanto dei lavoratori, ancor di più oggi che operare nella scuola è diventato difficile e complicato. Le risorse messe sul piatto dal Governo sono insufficienti: ne servono altre“, ha concluso Scrima.
Dello stesso stampo di un anno fa sembra però essere anche la risposta del Governo, per il quale ha parlato il ministro più vicino ai problema della scuola, il responsabile dell’Istruzione Mariastella Gelmini:che ha spostato l’attenzione su meritocrazia e qualità. Siamo disponibili “ad un confronto – ha detto – anche la settimana prossima e più in generale il governo è anche sensibile al tema del rinnovo contrattuale“. Il problema è che secondo Gelmini i contenuti dell’incontro verteranno solo in parte sulle questioni sollevate a piazza Bocca della Verità: “per noi – ha spiegato il Ministro – invece i temi centrali sono il reclutamento, la valutazione, la carriera degli insegnanti, la qualità dell’istruzione offerta ai ragazzi e, con il 30% dei risparmi in finanziaria, pagare di più i professori più bravi”. Poi una frase che non lascia presagire nulla di buono per il confronto con i sindacati, già in agenda: quelli di Bonanni “sono slogan vecchi il sindacato deve avere il coraggio di modernizzarsi per affrontare la sfida dell’innovazione. Al segretario generale – ha continuato Gelmini – ricordo che l’Italia è in assoluta linea con la media europea: ha più di 700mila insegnanti, addirittura 150mila bidelli e spende ogni anno 43miliardi di euro per la scuola. Anche questo dato in linea con la media europea“.
Per le organizzazioni sindacali, non solo la Cisl, la strada sembra quindi rimanere molto in salita. Peccato, perché i militanti del sindacato stavolta ce l’avevano messa tutta: si erano presentati in piazza forniti di cappellini e fazzoletti colorati di verde bianco e rosso; c’erano gruppi folcloristici ed un folto gruppo, in prima fila sotto il palco, dove era stata allestita la scritta “La scuola merita di più”, vestito con tanto di grembiulino celeste vivo e fiocco bianco. Gli stesi grembiulini che prima della manifestazione sono stati consegnati i leader sindacali come simbolo di una manifestazione organizzata con “i fiocchi” e per chi li porta.
Prima degli interventi più attesi alcuni docenti hanno anche raccontato le loro esperienze: hanno spiegato di sentirsi umiliati “per un Governo che non investe più nel settore più importante del Paese”. Significativa la testimonianza di Pietro Galati, assistente tecnico precario di Palermo: “ci dicono, in testa il ministro Gelmini, che nessuno ha perso il posto di lavoro, però noi chi siamo? Dei fantasmi? Ci dicono che questa è una razionalizzazione delle risorse ma io sono andato a guardare sul vocabolario cosa significa: ebbene c’è scritto ‘investimento alternativo’ e non certo tagliare in maniera indiscriminata. Come è possibile – ha concluso il tecnico – che improvvisamente la scuola non abbia più bisogno di noi dopo che abbiamo investito in essa dieci anni della nostra vita?“.
Poi Scrima e Bonanni, che hanno puntato il dito sui tanti e troppi tagli che hanno contrassegnato l’avvio di questo a.s.: 37 mila alunni in più a fronte di 42 mila docenti, 15 mila Ata e 4 mila classi in meno. Quindi la richiesta di “ridiscutere il piano allegerendolo”, ha concluso Bonanni. La stessa di un anno fa…