Il Cub, a seguito della manifestazione congiunta avvenuta in data 14 luglio 2014 sotto il Ministero dell’Istruzione, comunica quanto segue: “A seguito delle preoccupanti quanto inaccettabili dichiarazioni del Ministero Giannini, inerenti alla riforma scuola, e che riguardano l’eliminazione dell’ultimo anno delle scuola secondaria di secondo grado, con relativo taglio di cattedre, l’allungamento obbligatorio dell’orario di lavoro dei docenti senza retribuzione aggiuntiva, ma calcolata come se fosse compenso alle ferie sottese, l’allungamento facoltativo dell’orario di lavoro previo compenso aggiuntivo, anche questo foriero di eliminazione di cattedre e personale, l’assunzione del contratto “flessibile”, così chiamato perchè impone delle differenziazioni stipendiali del personale docente ed ATA operate sulla base della valutazione da parte del Dirigente Scolastico ed infine, ultima ma non ultima, la proposta di far espletare le supplenze brevi al personale già in ruolo, con conseguente eliminazione della graduatoria d’istituto e del personale supplente che da decenni supporta una scuola e un’attività didattica altrimenti in grave difficoltà, diverse sigle sindacali, fra le quali Cub scuola universita’ e ricerca , si sono ritrovate a Viale Trastevere per opporre il proprio deciso rifiuto ad una politica scolastica sempre più sfacciatamente imperniata su tagli al personale, al diritto all’istruzione, alle risorse da destinare alla scuola pubblica e laica.
Una variegata delegazione è stata quindi ricevuta dal Direttore del Personale Scolastico Gildo De Angelis, ed è stata rassicurata, ma non in maniera convincente, sulla volontà del Miur di non operare scelte così inaccettabili e drastiche senza almeno prima discuterle in sede di contrattazione.
Gli interlocutori hanno fatto presente al Direttore che le dichiarazioni del Sottosegretario Reggi, immediatamente seguite da smentite e poi di nuovo da ulteriori dichiarazioni, non convincono certamente il mondo della scuola, abituato ormai a blitz governativi che impongono scelte dure senza tener conto nè delle ragioni dei docenti nè di quelle degli alunni, e che anno dopo anno e legislatura dopo legislatura cercano di affondare senza pietà la scuola pubblica e gratuita, trasformandola in un’azienda privata sul modello delle scuole paritarie che – chissà perchè – funzionano invece benissimo a spese dei cittadini italiani.