Come abbiamo scritto in un altro articolo, il Comitato docenti di sostegno ha annunciato una manifestazione per il 4 settembre, a Roma, “per una scuola equa, all’altezza delle aspettative degli studenti, che valorizzi il merito e le competenze”. Il Cds contesta “le politiche del governo in materia di istruzione”, lancia “un grido di allarme” perché “la riforma del sistema scolastico non può essere rimandata”.
Le contestazioni riguardano, in particolare, “la condizione di precariato dei docenti di sostegno: nonostante l’elevata competenza, molti di essi continuano a svolgere supplenze senza prospettive di stabilizzazione”. E ancora: “Le graduatorie per le classi di concorso Adss (Area Didattica per il Sostegno Specializzato) risultano sature ovunque”.
Quindi, il Comitato docenti di sostegno sostiene che la “costituzione di una graduatoria permanente per il reclutamento su Adaa, Adee, Admm e Adss” per “valorizzare l’esperienza e la formazione dei docenti” che porrebbe “fine al precariato”. Inoltre, il Comitato chiede “la formazione gratuita dei docenti”, perché “è inaccettabile che i docenti debbano sostenere oneri finanziari significativi per la formazione necessaria all’aggiornamento professionale”. Perché “i costi che ogni singolo docente deve sostenere per la propria formazione” rappresentano “un onere inaccettabile”.
Flc Cgil a fianco delle famiglie e dei docenti di sostegno
La Flc Cgil dichiara di condividere le ragioni della mobilitazione promossa dal docenti di sostegno e dalle famiglie ed esprime il proprio sostegno all’iniziativa del 4 settembre 2024 davanti al Ministero dell’Istruzione, alla quale parteciperà con una delegazione.
La Flc Cgil – si legge sul sito – ribadisce la propria contrarietà all’inserimento a pettine nelle GPS dei docenti in possesso di titolo di specializzazione conseguito all’estero ma non validato attraverso le previste procedure di riconoscimento e denuncia il rischio di dequalificazione professionale connesso all’avvio di percorsi abbreviati e semplificati (corsi Indire) che costituiscono di fatto una vera e propria sanatoria.
Chiede che venga implementata l’offerta formativa delle Università relativamente ai TFA sostegno e tarata sull’effettivo fabbisogno del sistema scolastico, abbassando i costi a carico dei docenti.
Ma soprattutto chiede che vengano convertite in organico di diritto le decine di migliaia di posti “in deroga” – di fatto strutturali e fondamentali per la realizzazione dei processi di inclusione – e che su di essi vengano disposte immissioni in ruolo.
La FLC CGIL ritiene che tutte le alunne e tutti gli alunni, ancor più quelli con disabilità, abbiano diritto a percorsi scolastici di alto livello, che non saranno certamente garantiti dalla conferma dei supplenti a richiesta delle famiglie, con l’unico risultato di prorogare la precarietà, ma da una formazione qualificata e dalla stabilizzazione dei docenti.
Gilda degli Insegnanti: “Contro la norma che prevede la conferma dei docenti di sostegno da parte delle famiglie”
Anche la Gilda degli Insegnanti si associa alla protesta e oltre alle motivazioni già sostenute dal Comitato promotore, si sollevano ulteriori punti, legati alla necessità di stabilizzazione e garanzia di continuità e inclusività per docenti e alunni.
“Per risolvere il problema della stabilizzazione del personale qualificato, abbattere la piaga del precariato e dare continuità didattica specializzata, sarebbe opportuno convertire il più possibile i posti di fatto che intervengono in deroga in posti di diritto su cui assumere stabilmente in ruolo poiché ad oggi i 3/4 dei docenti specializzati sono precari.
Altro punto fondamentale riguarda la formazione professionale specializzata sul sostegno spesso legata al tema della mercificazione del titolo di accesso, e dunque per evitare che il docente ricorra a enti esteri, talvolta non accreditati, che rilasciano titoli fasulli o difficilmente riconoscibili a prezzi esorbitanti, bisognerebbe aumentare e rendere accessibili a tutti gli insegnanti curriculari interessati i corsi di specializzazione TFA evitando i test di accesso e il numero chiuso ab origine.
Infine, la Gilda degli Insegnanti si oppone alla norma che prevede la conferma del docente da parte delle famiglie dei ragazzi con disabilità, in quanto la continuità didattica si può assicurare solo stabilizzando il personale e quindi trasferendo nell’organico di diritto, l’organico di fatto. Gli alunni certificati gravi, che si registrano ogni anno in aumento nelle province, hanno bisogno di un docente specializzato di ruolo pro capite”, così in un comunicato.